Milano, in scadenza l'affitto di Palazzo Mezzanotte: la Borsa è in gara

Euronext verso un’offerta per prolungare l’affitto ed evitare l’addio a piazza Affari. Ma gli altri partecipanti potrebbero scompigliare le carte. Domani scade il countdown

Palazzo Mezzanotte, Borsa di Milano

Palazzo Mezzanotte, Borsa di Milano

Il conto alla rovescia sul futuro di Palazzo Mezzanotte scadrà domani, alle 12, termine ultimo per presentare "l’offerta e la documentazione richiesta", attraverso la piattaforma SinTel, nell’ambito della gara per affittare gli spazi. La società Euronext, che controlla il listino di Milano, a meno di cambi di programma dell’ultimo istante, parteciperà al bando della Camera di Commercio di Milano (proprietaria dello storico edificio), presentando un’offerta per prolungare il contratto d’affitto in scadenza alla fine del 2023 per altri sei anni, con la possibilità di rinnovarlo per altri sei.

Un’operazione che, se dovesse andare in porto, scongiurerebbe l’addio della Borsa a piazza Affari, cuore della finanza dal 1932, quando Benito Mussolini inaugurò il palazzo costruito dall’architetto Paolo Mezzanotte per riunire in un unico edificio la Borsa Valori e le Borse Merci. I conti però andranno fatti all’apertura delle buste, quando si chiarirà quanti e chi sono i competitor in lizza per occupare gli spazi con base d’asta di 6,85 milioni di euro l’anno. Anche perché non c’è un diritto di prelazione per la società che attualmente ha sede nell’edificio.

La partita si gioca anche sugli oneri di ristrutturazione straordinaria dovuti all’efficientamento energetico del palazzo costruito quasi un secolo fa, che potrebbero finire al centro di una contrattazione con l’ente camerale per evitare di far lievitare i costi. Euronext nelle scorse settimane ha esaminato diverse aree di Milano - da CityLife al "campus urbano" in costruzione in corso Italia 23, da Porta Nuova a Mind - potenzialmente adatte a ospitare gli uffici della Borsa in strutture più moderne, efficienti ed economiche. Lo smart working, inoltre, potrebbe ridurre la necessità di spazi per i circa 600 dipendenti.

Resta, però, il prestigio di piazza Affari, tradizionale cuore della finanza. L’addio della Borsa finirebbe per svuotare del suo simbolo lo storico quartiere milanese degli affari, che ha già perso le sedi delle grandi banche migrate nel tempo verso nuovi distretti ma continua ad attirare investimenti negli uffici per chi opera nella finanza, come dimostra il "tutto esaurito" ottenuto dal progetto di riqualificazione del palazzo in via Gaetano Negri 4, a pochi passi dalla Borsa. Domani, in ogni caso, si segnerà uno spartiacque per il destino di Palazzo Mezzanotte, almeno per i prossimi anni. L’edificio, dove fino al 1994 c’era il mercato delle grida, per quasi un secolo è rimasto sempre uguale a se stesso, resistendo a terremoti politici, manifestazioni di piazza e scossoni della finanza.

Nel palazzo la Consob presenta la sua relazione annuale, negli anni congressi ed eventi hanno ospitato i potenti di turno, un barometro infallibile per osservare chi scende e chi sale. Davanti, la scultura di Maurizio Cattelan L.O.V.E. scolpita in marmo di Carrara, rappresenta il gesto del “dito medio“ - in verità le altre quattro dita sono mozzate - rivolto al sancta sanctorum della finanza. L’ipotesi di un trasloco, però, non è inedita. Già nel 2009, più di dieci anni fa, si parlava di trattative serrate sul costo dell’affitto fra la Camera di commercio e London Stock Exchange, che all’epoca controllava la Borsa. Trattative terminate evidentemente con un accordo, perché la Borsa è rimasta in piazza Affari. E ora il futuro è, di nuovo, appeso a un filo.

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