Milano - Una tragedia nella tragedia . Abdisaraq Jama, il ventiduenne somalo ucciso nella notte tra venerdì e sabato dal connazionale Mohamed Ahmed in via Palazzi al quartiere Lazzaretto, era appena diventato padre per la seconda volta. Non aveva un lavoro fisso e viveva nel centro d’accoglienza di Farsi prossimo in via Fratelli Gorlini, al parco di Trenno, insieme alla compagna di 29 anni, a una bambina di due anni e al secondogenito che da poche settimane si era unito alla famiglia. La sua storia in Italia si può ricostruire anche con i documenti presenti negli archivi delle forze dell’ordine: dal rilievo segnaletico per richiesta di protezione internazionale, effettuato dalla Scientifica di Roma il 31 agosto 2020, al primo controllo in Centrale della Polfer il 4 giugno 2021, fino al precedente per interruzione di pubblico servizio.
Poco più di un anno fa , l’11 gennaio 2021, gli era stato rilasciato un permesso di soggiorno, tuttora valido. L’altra notte, ha litigato con il trentaquattrenne Ahmed, forse per il furto di un cellulare: il connazionale lo ha colpito al collo con un coccio di bottiglia, facendolo stramazzare a terra in un lago di sangue. I soccorsi tempestivi di Areu e l’intervento chirurgico al Niguarda per lo choc emorragico non sono bastati a salvargli la vita: Jama è deceduto nella prima serata di sabato, dopo 16 ore di agonia. Il suo assassino è stato subito bloccato dai carabinieri della Compagnia Duomo, che sono allertati da alcuni passanti mentre stavano percorrendo la vicina via Lecco.
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