Omicidio a Cernusco, 60enne freddato con una scarica di proiettili / FOTO

Ha i contorni di un’esecuzione l’omicidio che ha sconvolto la serata di un caseggiato di via don Milani. L’uomo è stato finito mentre si trovava in auto

I carabinieri nel cortile del condominio di via don Milani a Cernusco

I carabinieri nel cortile del condominio di via don Milani a Cernusco

Cernusco, 17 ottobre 2019 -  Esecuzione nel corsello dei box, ucciso a colpi di pistola un 63enne. L’uomo, originario di Taranto, a prime notizie non pregiudicato, è stato trovato riverso a bordo della sua auto, crivellato di colpi d’arma da fuoco. Sull’omicidio indagano i carabinieri di Cernusco e Cassano d’Adda, di Monza e del Nucleo investigativo di Milano. Ieri in tarda serata non erano ancora state divulgate le generalità complete della vittima. Solo un probabile nome di battesimo, Donato C. Sulla matrice del delitto, dunque, buio assoluto. Ogni pista resta aperta. Il delitto si sarebbe consumato poco prima delle 20. L’ipotesi plausibile è che l’assassino, o gli assassini, abbia atteso il 63enne al ritorno dal lavoro, o comunque al rientro nella propria abitazione.

Teatro dell’agguato l’area garage di un grande complesso condominiale al civico 17 di via don Milani, zona periferica. Condominio enorme, molte palazzine di pochi piani, verde, ingressi su scale separate e diversi accessi ai box che si snodano nell’interrato. Un luogo tranquillo. Cosa sia accaduto non è dato sapere con certezza. L’unica cosa sicura è che la vittima sarebbe stata ritrovata nella sua auto, poco lontano dal box. Una decina, da quanto trapela, i colpi d’arma da fuoco esplosi. Scattato l’allarme, sono arrivati i soccorritori e gli inquirenti, che hanno recintato l’area del delitto. L’uomo viveva nel condominio da diversi anni con la sua famiglia. Ieri sera, mentre gli investigatori compivano i rilievi, hanno raggiunto via don Milani alcuni parenti alla spicciolata, accompagnati al piano di sopra. Nemmeno una parola da parte degli inquirenti. Il medico legale è rimasto a lungo sul luogo del delitto. Poco prima delle 23 l’arrivo del carro attrezzi e del carro funebre per il trasferimento dell’auto e della salma. Nel pieno delle operazioni, l’andirivieni del vicinato: «Abito qui da trent’anni - dice un condomino - e non è mai successo niente».

Appena saputo dell’omicidio, anche il sindaco Ermanno Zacchetti si è precipitato in via don Milani. Era appena uscito dal suo ufficio in Villa Greppi quando è stato avvisato dal comandante dei vigili Silverio Pavesi. «La famiglia era sotto choc. Ho provato a confortarli, ma la situazione è drammatica e confusa. Non li conoscevo prima. Nulla si sa di come e perché sia avvenuto l’agguato. Continuavano a ripetere che non è possibile».

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