Rho, omicidio Migliorati: condannato all'ergastolo l'ex vicino di casa

La Corte d'Assise di Milano ha accolto la richiesta dell'accusa. Dal condannato insulti a pm e giudici

L'abitazione di Antonietta Migliorati (Newpress)

L'abitazione di Antonietta Migliorati (Newpress)

Milano, 16 gennaio 2019  - È stato condannato all'ergastolo Renato Modugno, 53enne accusato di avere ucciso a coltellate la sua ex vicina di casa, la pensionata 73enne Antonietta Migliorati, il 17 agosto 2017 a Rho, nel Milanese, portando via dalla sua abitazione anche pochi gioielli. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Milano, accogliendo la richiesta del pm Maria Letizia Mocciaro. Inoltre, ha stabilito un risarcimento provvisionale di 300mila euro per i due figli della donna che si sono costituiti parti civili. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni. L'uomo fu arrestato nel marzo dello scorso anno grazie al Dna rinvenuto sulla vittima.

LE REAZIONI - Tensioni subito dopo il verdetto. "Hai voluto un colpevole e ora hai un colpevole, mentre l'assassino è in giro. Molto brava". Così si è rivolto alla pm Modugno. Dopo la lettura del dispositivo, l'uomo ha anche rivolto un insulto alla Corte e al pubblico in sala, prima di essere portato via dagli agenti della polizia penitenziaria. Questa mattina, nel suo interrogatorio, Modugno aveva continuato a ribadire la sua innocenza. "Oggi mia mamma ha avuto, in parte, la sua rinascita", ha commentato invece Stefania, figlia della vittima. A chi le ha chiesto perché Modugno non abbia mai ammesso il delitto, lei ha risposto: "Di solito gli assassini fanno così". Marco, l'altro figlio della donna, ha aggiunto: "Giustizia è fatta".

LA RICOSTRUZIONE  - Come ha ricostruito nella requisitoria il pm, il 53enne frequentava spesso la donna che «forse, in qualche occasione, gli aveva letto le carte». Da qui il movente dell'omicidio, commesso senza bpremeditazione. «Forse quel giorno era andato dalla Migliorati per protestare perché la sua ex moglie non era tornata con lui - ha proseguito il pm -. La donna, che era molto vitale, avrà sicuramente reagito, così lui l'ha prima colpita e poi accoltellata a morte». Per il pm, dopo il delitto, Modugno avrebbe provato a «simulare una rapina»: ha rubato a casa della anziana «qualche oggetto d'oro» per poi tentare di venderlo in un compro-oro di Arona. «È stato ritrovato del Dna sulle ecchimosi e sulle lesioni sul corpo della vittima - ha aggiunto il pm - ed è un dna che di certo è dell'imputato». Secondo Massimo Proietti, legale di parte civile, l'omicidio era premeditato. «Ha scelto volutamente quel giorno - ha detto - per compiere il delitto in casa della donna».

LA DIFESA - Diversa la ricostruzione del difensore del 53enne, secondo il quale non è mai stata accertata l'identità di un presunto complice, di cui si era parlato all'inizio delle indagini in quanto sul corpo della vittima era stato ritrovato dna di un altro soggetto maschio. Lo stesso Modugno aveva cercato di difendersi: "Sono stato uno sciacallo, ma non sono un assassino". Il 53enne, piangendo in aula, ha sostenuto di essere arrivato in casa dell'anziana dopo che lei era già morta. A quel punto le avrebbe però rubato degli oggetti d'oro. "Ho visto che sul lavandino c'erano dei monili, ho chiamato mio fratello e gli ho detto: 'Fatti quattro soldi'". Poi ha aggiunto: "Non sono stato io. Se avessi voluto ucciderla l'avrei fatto a mani nude, con l'uso di due sole dita e non di 30 coltellate". 

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