Oggi tornano i pazienti al Portello, l’insidia del virus sugli operatori

La Lombardia ieri, con un balzo di 22 ricoverati in terapia intensiva Covid, ha sfondato (a 156) la soglia dei 150

Ospedale Portello

Ospedale Portello

La Lombardia ieri, con un balzo di 22 ricoverati in terapia intensiva Covid, ha sfondato (a 156) la soglia dei 150. Così avrà anche i crismi della burocrazia, oggi, la già prevista riapertura dell’ospedale del Portello. Ieri ci sono stati gli ultimi sopralluoghi e sono arrivati i medicinali nella farmacia del polmone della Fiera, che riapre con un modulo da 14 letti su una dotazione iniziale di 104, già programmata per arrivare a 153. I posti saranno aggiunti in base alle esigenze degli ospedali, come prevede la struttura modulare che questa volta sarà gestita in condominio da diversi Covid hub, chiamati a fornire anche anestesisti e infermieri esperti, sotto la regìa del Policlinico di Milano. "Speravo che l’ospedale in Fiera potesse restare sempre e soltanto una garanzia, ma dobbiamo aprirlo e sarà senz’altro utile", ha detto il governatore Attilio Fontana.

L’aumento più consistente di ricoverati per Covid continua ad essere nei reparti non intensivi degli ospedali, che ieri ne hanno accolti altri 174, arrivando a 1.695 in tutta la Lombardia. Sotto pressione sono soprattutto i Covid hub, che da una settimana convertono anche Medicine e Ortopedie in reparti Corona e devono gestire, come gli altri ospedali, anche il problema dell’esposizione al contagio degli operatori sanitari, non solo in corsìa ma anche nella (ridotta) vita extralavorativa che in quest’inizio di seconda ondata non è più protetta dal lockdown.

L’ha osservato ad Agorà anche il professor Massimo Galli, che ritiene più probabile "sia stato portato da un contesto esterno" il focolaio di Covid che la scorsa settimana ha costretto il suo ospedale, il Sacco, a chiudere la Cardiologia. Cluster "circoscritto", "non fa bene al morale ma è una di quelle cose che si doveva mettere in preventivo in una situazione come questa". Del resto anche al Galeazzi, ha detto il direttore sanitario Fabrizio Pregliasco a Un giorno da pecora, su 500 lavoratori si contano "21 positivi e un’altra dozzina in quarantena". Contagi sparsi, ha poi precisato l’ospedale privato accreditato, che riguardano amministrativi e operatori sanitari e sono emersi nelle ultime tre settimane: "Sono stati immediatamente posti in quarantena e applicati i protocolli a tutela dei pazienti e del personale", "non c’è stata alcuna disfunzione e l’attività clinica quotidiana prosegue in assoluta sicurezza".

Giulia Bonezzi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro