Nessun effetto-Inter: calano anche i morti

La lenta ritirata del coronavirus in Lombardia

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Sono morte tredici persone di Covid ieri in Lombardia, ed è salito a 33.360 il conto delle vittime della pandemia. Poco meno di metà sono morte durante la prima ondata: un anno fa, al 17 maggio 2020, il virus aveva portato via ufficialmente già 15.519 lombardi; 69 proprio quella domenica, erano quasi metà dei 145 deceduti contati quel giorno in Italia. Anche ieri, in tutt’Italia, 140 persone sono morte di Covid, ma meno di una su dieci abitava in Lombardia, dove da almeno tre settimane i decessi giornalieri non superano i 41 del 4 maggio; giovedì scorso le vittime sono state 13, venerdì 23, sabato 22, domenica 18. I ricoverati per Covid nei reparti, ieri, erano poco più di duemila (2.028), il 37% in meno rispetto all’inizio del mese; le terapie intensive, con 371 pazienti in calo di 11 dal giorno prima, si avvicinano al 25% di letti occupati. I nuovi contagiati, complice il rallentamento fisiologico domenicale a 20.822 tamponi processati, sono stati 675, di cui 158 in provincia di Milano e 64 in città.

L’ultimo bollettino dell’Ats Metropolitana calcola un Rt per data tampone consolidato al 10 maggio di 0.85 tra il Milanese e il Lodigiano, che scende a 0.82 in città. Dove dall’inizio di aprile nessun quartiere ha più sforato la soglia d’incidenza critica di 250 contagiati settimanali per centomila abitanti, mentre nell’hinterland solo sei comuni (di cui 5 molto piccoli, e i numeri piccoli possono far sballare il contatore) la superavano al 10 maggio. A Milano i contagi continuano a calare anche a due settimane dalla festa per lo scudetto dell’Inter in Duomo, fa notare l’immunologo Mauro Minelli (nella foto). E non ha dubbi: merito dei vaccini. Gi. Bo.

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