Nel giorno nero del Covid sono morti 178 milanesi

Ieri record di vittime in Italia, più di un terzo sono in Lombardia. Nella provincia ancora più di mille contagi, ma l’Rt è a 0,85 e calano i ricoverati

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di Giulia Bonezzi

Dei 993 morti di Covid contati ieri in Italia - mai tanti in un giorno dall’inizio della pandemia -, più di uno su tre era un lombardo: 347 persone, e di queste più di metà, cioè 178, erano milanesi, della città o dell’hinterland. Centotrentotto dei morti milanesi (e in totale 273 dei 347 morti lombardi) avevano più di 75 anni, dei milanesi altri 29 avevano tra 65 e 74 anni, nove tra 50 e 64 anni e due ne avevano meno di cinquanta. È la coda tragica della seconda ondata, che com’era accaduto in primavera continua a moltiplicare il bilancio delle vittime - la Lombardia ieri è arrivata a 22.626 in nove mesi e mezzo di pandemia -, mentre gli altri termometri del coronavirus scendono pian piano per effetto del contenimento via via rafforzato dalla seconda metà di ottobre: ieri, con 36.271 tamponi processati in Lombardia, si son scoperti 3.751 nuovi positivi (2.351 individuati per i sintomi e gli altri 1.400 con lo screening), il 10,3%. La provincia di Milano ne ha registrati di nuovo più di mille (1.311), la città 495, ma l’indice di diffusione del virus calcolato nell’ultimo monitoraggio dell’Ats Metropolitana è nettamente sotto il valore-soglia di uno: l’Rt giornaliero per data tampone, ormai consolidato perché relativo al 27 novembre, è a 0,85; l’Rt per data di ricovero a 0,83. Piegano verso il basso dai primi di novembre le curve che fotografano i nuovi contagiati e i ricoveri giornalieri, che tra il Milanese e il Lodigiano sono tornati ai livelli di fine aprile nei reparti, a quelli d’inizio aprile in terapia intensiva. In Lombardia ieri i ricoverati per Covid in terapia intensiva sono diminuiti di 19: la differenza fra 32 che ci sono entrati, 28 dimessi e 23 che non ce l’hanno fatta. Il totale è 836, di cui 70 all’ospedale della Fiera di Milano e altri 204 in ospedali del capoluogo o della prima cintura.

Nei reparti Covid non intensivi degli ospedali lombardi, i letti occupati ieri sono diminuiti di 197, a 7.025. Anche questo un saldo negativo tra dimissioni e decessi e nuovi ricoveri, che ieri sono stati 442. "Gli ospedali stanno lavorando con un assetto che non è normale, la sanità è ancora sotto stress", avverte Massimo Puoti, primario degli Infettivi del Niguarda, e a pagare sono "soprattutto i pazienti non Covid", che devono rimandare le cure non urgenti. La tregua pre-natalizia è tregua armata per schivare la terza ondata in attesa della "vaccinazione di massa" che, previo ok dell’Ema, dovrebbe iniziare a metà gennaio e concludersi tra fine estate e inizio autunno 2021 per le autorità sanitarie nazionali. Intanto gli esperti si dividono sulla necessità di vaccinarsi per chi abbia già avuto il Covid. Nella nostra regione i contagiati confermati, incluse le vittime, sono arrivati a 419.015: un lombardo su 24.

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