Operai morti nel crollo della gru, Carugate e Cassano sotto choc: "Dolore insopportabile"

Due comunità in lutto nel Milanese, vite spazzate via dal crollo della gru a Torino. La rabbia degli amici: solo l’ennesima croce

La gru crollata a Torino e le due vittime

La gru crollata a Torino e le due vittime

Cassano (Milano), 19 dicembre 2021 - Due comunità sotto choc, la tragedia della morte sul lavoro "se ti tocca da vicino è ancora più assurda". Fabio Colombo, sindaco di Cassano d’Adda, non parla solo ufficialmente. Una delle tre vittime del crollo della gru di ieri a Torino era un suo amico di infanzia: Roberto Peretto, 52 anni, una compagna e una piccola ditta edile costruita con fatica insieme alla famiglia, dopo il diploma da disegnatore tecnico. "Non riesco a credere che non ci sia più. E che se ne sia andato mentre si guadagnava da vivere. È inaccettabile – scandisce sillaba dopo sillaba -. Lo ripetiamo sempre davanti a drammi così grandi, ma le cose non cambiano, purtroppo".

A una manciata di chilometri, il nome è diverso e la storia che c’è dietro pure, ma non la sostanza. Anche Luca Maggioni, sindaco di Carugate, ha listato a lutto la città per la fine di Marco Pozzetti, 54 anni, l’altro piccolo imprenditore schiacciato dalla torre di acciaio che si è accasciata su un palazzo di sei piani nel capoluogo piemontese senza lasciare scampo agli operai. L’inchiesta accerterà le responsabilità ma qui, nel condominio alle spalle del Comune dove l’impresario viveva con moglie e due figli, non basta. La processione di amici e parenti è inarrestabile. Occhi bagnati dal pianto, poca voglia di parlare. "Marco è un gran lavoratore", dice usando il presente uno di loro che non riesce più a finire la frase, travolto dall’emozione, quando si accorge che d’ora in poi dovrà parlarne al passato.

«Il dolore è insopportabile per la famiglia, li stringiamo in un abbraccio pieno di calore", sussurra Maggioni che poi però s’indigna. "Non possiamo continuare a contare le vittime". È quasi un appello il suo: "Tutti dobbiamo fare qualcosa per invertire la rotta". "La lista delle croci si allunga di giorno in giorno, serve un cambio radicale di mentalità", aggiunge Colombo. Tra le mani stringe il "santino" di Roberto, cinque anni fa era candidato nella lista di centrodestra “Io scelgo Cassano“.

"Questo racconta la sua passione per la comunità – prosegue – era pronto a spendersi in prima persona". "La città ha bisogno di essere ruggente – scriveva agli elettori per convincerli a votarlo da aspirante consigliere – abbiamo tante risorse che devono essere rivalutate". Marco invece in una foto che oggi è una ferita di più alza le mani al cielo in segno di vittoria, sporco d fango, dopo una delle tante gare in sella alla sua mountain-bike. Quello per la bicicletta "era vero amore", raccontano i compagni di pedalata, "l’adorava, era uno sportivo nato". Piccoli frammenti di una quotidianità cancellata per sempre, tesserine della vita di due uomini che fino a poche ore fa sorridevano. "Le immagini non andrebbero censurate – spiega il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini – forse rendendole esplicite ci si renderebbe conto che si tratta di morti veri. È una strage e c’è una cosa che crea ancora più fastidio: l’indifferenza di tutti".  

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