Molotov contro le auto dei ghisa Altre sei bottiglie incendiarie nel parchetto di via Montegani

Blitz nella notte al Comando di viale Tibaldi. Sequestrati dalla Digos anche un estintore e una pala. L’ipotesi: azione anarchica contro il 41 bis all’ideologo Fai Alfredo Cospito, da ieri in cella a Opera

Le auto della polizia locale in fondo alla rampa di via Balilla

Le auto della polizia locale in fondo alla rampa di via Balilla

di Nicola Palma

Un’auto dei vigili semidistrutta dalle fiamme in fondo alla rampa di via Balilla, dietro l’edificio che fa da sede sia al Municipio 5 che al Comando decentrato 5 della polizia locale. Un’altra, parcheggiata di fianco, solo parzialmente danneggiata dal riverbero del rogo. Un sacchetto pieno di bottiglie incendiarie ritrovato in un parchetto. E la pista del raid anarchico che si fa strada sin dai primi minuti, anche se al momento non sono arrivate rivendicazioni ufficiali dell’attacco. Un’ipotesi che si fonda sulle modalità del gesto e sulla lunga scia di blitz simili che nelle ultime settimane hanno segnato sia in Italia che all’estero la campagna della galassia insurrezionalista a sostegno di Alfredo Cospito, l’ideologo della Federazione anarchica informale recluso al carcere duro e in sciopero della fame contro il regime del 41 bis da più di 100 giorni.

Proprio ieri il cinquantacinquenne, che ha perso circa 40 chili da ottobre a oggi, è stato trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera, dove, come ha spiegato il suo avvocato Flavio Rossi Albertini, "sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura, in considerazione del suo stato di salute". Cospito, già condannato in via definitiva a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ex dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, rischia l’ergastolo ostativo per due bombe esplose (per fortuna senza provocare feriti) nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006 davanti all’ingresso della caserma allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Il raid contro le macchine dei ghisa è andato in scena alle 3.10: con ogni probabilità, gli autori hanno lanciato una molotov dalla strada o dal vicino Parco della Resistenza e sono scappati a piedi. Le prime verifiche sul veicolo a metano hanno subito escluso l’evento accidentale, indirizzando immediatamente le indagini degli specialisti della Digos sulla pista del dolo.

Le ricerche in zona hanno portato poco dopo al ritrovamento di un sacchetto di plastica nascosto dietro un cespuglio dell’area verde all’angolo tra via Montegani e via Palmieri, a poco più di un chilometro di distanza: all’interno, la polizia ha scoperto altre sei bottiglie di vetro chiuse con un pezzo di stoffa e piene di liquido infiammabile (verosimilmente benzina), un estintore e una pala. Tutto il materiale è stato sequestrato e ora verrà esaminato dagli esperti della Scientifica, a caccia di tracce utili all’inchiesta; al setaccio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza, che potrebbero aver ripreso chi ha dato fuoco alle macchine con i colori d’istituto dei ghisa. La Procura ha aperto un fascicolo per incendio e danneggiamento, che passerà a breve dal pm di turno Rosario Ferracane ai colleghi del dipartimento Antiterrorismo, coordinati dal procuratore capo Marcello Viola. Sempre ieri, a Roma, cinque auto sono state bruciate nel piazzale della sede Telecom di via Val di Lanzo; in questo caso, però, le rivendicazioni sono arrivate sia con le scritte sui muri contro il 41 bis sia con un comunicato apparso qualche ora dopo sui siti d’area per attaccare Tim, che "collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici".

Raid che allungano una serie iniziata lo scorso 2 dicembre ad Atene con l’auto bruciata alla diplomatica Susanna Schlein e proseguita con una preoccupante escalation la scorsa settimana: dall’attacco al consolato generale di Barcellona al danneggiamento dei cavi di un ripetitore a Torino, dalla macchina incendiata a un funzionario dell’ambasciata italiana a Berlino agli scontri con la polizia nella Capitale sabato scorso.

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