Mobilità, la Lega vuole togliere potere a Milano

In Regione "sì" all’emendamento che fa scendere Comune e Città Metropolitana al 45% delle quote nell’Agenzia del Trasporto Pubblico

Pendolari lombardi «spettatori» della guerra politica sui trasporti

Pendolari lombardi «spettatori» della guerra politica sui trasporti

Milano, 8 novembre 2019 - Togliere a Milano una parte delle quote detenute nell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale per trasferirle ai piccoli Comuni. È questo l’obiettivo dell’emendamento alla Legge di Semplificazione presentato ieri dalla Lega in Commissione Infrastrutture e Territorio della Regione e approvato dalla Commissione con modalità e in circostanze decisamente confuse. Un emendamento che ha scatenato la rivolta dei consiglieri regionali di opposizione (Pd, Movimento 5 Stelle, Lombardi Civici Europeisti), sia nel merito sia per come è stato approvato. Rivolta seguita da quella di Marco Granelli, assessore milanese alla Mobilità: «Ormai è chiarissimo: la Lega vuole mettere le mani su Milano e sul trasporto pubblico. Vuole lanciare un’Opa su Atm proprio quando si sta aprendo la gara. E lo fa attraverso un blitz sulla legge di Semplificazione che non c’entra nulla. Questo significa piegare le istituzioni agli interessi di partito. Forse cercano posti? Forse vogliono mettere le mani sulle gare? Non lo permetteremo». Preoccupato Daniele Barbone, presidente dell’Agenzia: «Premesso che non vogliamo prendere parte alla polemica politica e che siamo disponibili a coinvolgere i piccoli Comuni, se l’emendamento sarà approvato in via definitiva la nostra governance sarà stravolta, le strategie tutte da riconfermare e la nostra attività si bloccherà per 6 mesi proprio ora che stiamo lavorando alla gara per riassegnare il trasporto locale». Ovvio il riflesso sull’operazione Milano Next.

L’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza, Pavia e Lodi è partecipata dal Comune di Milano per il 50% delle quote, dalla Città Metropolitana di Milano per il 12,2%, dalla Regione per il 10%, dalle Province di Monza (7,3%), Pavia (6,2%) e Lodi (2,4%) e dai Comuni capoluogo: Monza (3,4%), Lodi (2,4%) e Pavia (6,2%). Per effetto della legge Delrio il sindaco di Milano e quello della Città Metropolitana coincidono: Giuseppe Sala in ambo i casi. Da qui l’emendamento dei consiglieri Andrea Monti, Massimiliano Bastoni e Silvia Scurati che nell’assetto attuale delle Agenzie rilevano una «grave limitazione della partecipazione degli enti locali a scelte determinanti per servizi che li riguardano». «Nel caso dell’Agenzia relativa a Milano – si legge sempre nell’emendamento –, a questa limitazione si somma il fatto che un singolo rappresentante istituzionale (Giuseppe Sala, ndr ) detiene oltre il 62% dell’Agenzia, condizionandone l’azione in contrasto con la ratio della legge che ha previsto che nessun ente possa detenere più del 50%». La Lega vuole quindi riservare un 10% a testa ai rappresentanti dei Comuni sotto e sopra i 15mila abitanti e lasciare al Comune alla Città Metropolitana di Milano non più del 45% delle quote. Richieste che emendano una legge fatta nel 2012 da una Giunta regionale di centrodestra come l’attuale. Immediata la rivolta di Pd, M5S e Civici.

Tutti hanno sottolineato «come si proponga un emendamento alla Legge di Semplificazione che non semplifica nulla ma va a complicare il lavoro delle Agenzie», come «la rappresentatività nell’Agenzia sia proporzionale al volume di trasporto locale gestito dai soci e alla popolazione residente», come si possa garantire rappresentanza agli enti locali «senza rivedere le quote» e come l’emendamento «sembri mirato a bloccare le gare e mettere a segno una ritorsione contro il Comune di Milano per l’avvio del biglietto unico usando la Regione per fare campagna elettorale». Non trasparenti le modalità del voto in commissione. Agli atti è stato messo che l’emendamento è stato approvato con 37 sì e 7 no. Ma non si è capito quando si sia tenuta questa votazione. Il via libera alla legge così emendata è avvenuto alla sola presenza della maggioranza e sono bastati 40 sì. La partita si chiuderà il 26 novembre in Consiglio regionale.  

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