Ha fatto il giro delle agenzie di stampa, ieri, la storia raccontata da un padre di 46 anni del Siracusano, di come a suo figlio, che il 9 gennaio ha compiuto 12 anni, sia stato impedito d’imbarcarsi sul volo che lunedì doveva riportarlo a Milano dalla madre, perché privo di super green pass. "Sono vittima di una ignoranza che dilaga, e della mancanza di elasticità di alcuni", sostiene l’uomo, separato dalla moglie: il figlio è in affido condiviso, il giudice ha stabilito i periodi, "dal 3 al 9 gennaio è stato in Sicilia con me – ha raccontato –. Proprio il 9 ha compiuto 12 anni e il giorno dopo era previsto il volo di rientro. Il 10 gennaio in aeroporto ho mostrato i documenti e il risultato negativo del tampone molecolare ma l’addetto mi ha detto che non poteva imbarcarsi. Il Dpcm entrato in vigore proprio quel giorno autorizza l’imbarco solo a dodicenni vaccinati". Il Dpcm del 30 dicembre ha previsto con undici giorni di anticipo che da lunedì il super green pass rilasciato a guariti e vaccinati fosse necessario su ogni mezzo di trasporto non privato. E l’obbligo scatta, come scattava prima quello del pass base ove necessario, dai 12 anni: questo forse il padre lo sapeva, ma doveva essergli sfuggito che il pass “da tampone“ non bastava più. Per nessuno, neanche suo figlio, che a Milano non poteva salire se non in auto (ma serve il traghetto per passare lo Stretto).
Il genitore assicura di averle tentate tutte: "Ho fatto presente il tampone negativo, che il bambino doveva rientrare a scuola ma soprattutto che c’è una sentenza del giudice che stabilisce i giorni e io non posso violare per non avere conseguenze penali". Nessuno ha voluto fare uno strappo alla regola. La madre ha capito la situazione, il ragazzo è stato persino vaccinato, ma come a tutti il pass gli arriverà dopo 15 giorni. "Sta perdendo giorni di scuola - insiste il padre - per colpa dell’ignoranza".
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