Milano, "Ora perdere il lavoro fa più paura dei contagi"

Cristiano Vezzoni, coordinatore di Sps Trend: timori e percezioni negative continuano a essere presenti.

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I lombardi percepiscono qualche segnale positivo di uscita dall’incubo sanitario scatenato dal coronavirus ma continuano a vedere "nero" il quadro economico, con un timore diffuso di ritrovarsi "a spasso". A scattare la fotografia l’aggiornamento regionale dell’indagine, condotta dal dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’università Statale di Milano, che da aprile a luglio ha misurato l’impatto del Covid-19 sull’opinione pubblica. Il rapporto finale ResPOnsE Covid-19, a cura del Sps Trend Lab e coordinata dal professor Cristiano Vezzoni, s’intitola "La luce in fondo al tunnel: tra riduzione dei contagi e timori per l’economia" e mostra quello che è successo nella coscienza dei lombardi e degli italiani, anche dopo la fine del lockdown.

Professor Vezzoni, quali segnali emergono dalla vostra ricerca?

"Se parliamo di rischio sanitario c’è qualche segnale di incoraggiamento. Con il miglioramento del quadro epidemiologico è diminuita la percezione del rischio di essere contagiati. All’inizio di aprile quasi il 14% dei lombardi riteneva probabile il contagio nel futuro. All’inizio di luglio questa percentuale si è ridotta a meno del 10%. Tuttavia la percezione di vulnerabilità nella nostra Regione rimane più alta che nel resto del Paese: in Italia la percezione di rischio è passata da quasi 10% a meno del 6% nello stesso periodo. La differenza rispetto al dato nazionale è legata all’esperienza devastante del Covid-19 per i lombardi, una crisi collettiva. I cittadini della nostra Regione hanno vissuto sulla loro pelle il passaggio repentino da pochi casi a una vera e propria “esplosione” delle infezioni. In Lombardia oltre il 40% degli intervistati conosce qualcuno morto di Covid-19; nelle altre regioni questa percentuale si abbassa, anche se rimane sopra il 20%".

Segnali incoraggianti ci sono anche se parliamo di economia?

"Sul fronte economico la situazione non è praticamente cambiata negli ultimi mesi. I timori e le percezioni negative continuano ad essere presenti. Per il 35% delle famiglie lombarde la situazione economica familiare è molto o abbastanza peggiorata da quando è iniziata la crisi del coronavirus. Quella Lombardia che nel passato aveva sempre dato segnali di maggiore robustezza, di fronte alle fluttuazioni del mercato, non si discosta questa volta dal resto del Paese. Anche il timore di perdere il posto rimane diffuso. Un dipendente su 4 (il 25%) e un lavoratore autonomo su 3 (oltre il 30%) definisce “concreta” la possibilità che possa perdere lavoro nei prossimi sei mesi. Nella Lombardia, regione per antonomasia dell’imprenditorialità diffusa, i self-employed si scoprono più fragili dei dipendenti".

Cosa succederà nel futuro?

"Nei mesi che verranno emergerà la capacità di risposta dei lombardi. Il Covid diventerà un test di resilienza. La crisi potrà mettere in crisi quel sogno americano che Milano e la Lombardia rappresentano - come terra di opportunità e dinamismo - oppure potrà liberare nuovi stimoli e opportunità per la ripartenza".

A.L.

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