Klaus Davi e le offese ai boss di mafia. A Milano via al processo

Nel mirino i manifesti contro Antonino Zacco, capo della "Duomo Connection" e il figlio Carlo affissi durante una video inchiesta del 2017

Klaus Davi

Klaus Davi

Dovrà rispondere dell'accusa di aver offeso il boss della "Duomo Connection" Antonino Zacco e il figlio Carlo. E' iniziato a Milano il processo a Klaus Davi. Il noto massmediologo li aveva definiti appunto "boss" in una campagna pubblicitaria del 2017. Nei manifesti ideati dall'agenzia Klaus Davi comparivano le iniziali dei nomi e il cognome di 10 fra grossi capi della 'Ndrangheta e di Cosa Nostra e sullo sfondo il Duomo di Milano sormontato da una P38 e il claim "La 'Ndranghetama Milano risponde". Antonino Zacco è stato condannato per traffico internazionale di droga (sentenze passate in giudicato) sulla base di indagini allora coordinate da Ilda Boccassini e Giovanni Falcone, come peraltro la stessa ex pm milanese ricorda in un capitolo del suo ultimo libro,  "La stanza numero 30. Cronache di una vita". Il Gip Giulio Fanales  ha ritenuto comunque che ci fossero gli elementi per rinviare a giudizio Klaus Davi nonostante Letizia Mannella, sostituto procuratore, avesse chiesto l'archiviazione visto che nel poster figurava solo il cognome di Zacco e neanche il soprannome (che rende identificabili gli affiliati) e visto che almeno una trentina di testate nazionali  hanno definito sia Nino che Carlo Zacco dei 'boss' senza che i due presentassero delle querele. Ieri sono stati senti a Milano le parti lese ma anche Marco Anguissola di San Damiano e Arianna Moricca (nuora di Antonio Zacco). Klaus Davi verrà invece sentito il prossimo 3 dicembre. A emettere la sentenza sarà Marco Tremolada giudice del caso Eni Nigeria 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro