DIANDREA GIANNI
Cronaca

Milano-Cina, la grande scommessa: affari d’oro sulla Via della Seta

Francesco Boggio Ferraris: "Il nostro manuale per i manager che tentano lo sbarco in Oriente". Dal caso Salone del Mobile alle sfide post-Covid: il Paese non ferma la sua corsa, ma attenzione ai contratti

di Andrea Gianni

Francesco Boggio Ferraris era ancora al liceo quando "è scattato l’innamoramento" per la Cina. All’università condivideva la passione per l’Oriente "con altri quattro carbonari" che però avevano visto lungo, perché la Cina ha conosciuto uno sviluppo inarrestabile attirando come una calamita sempre più imprenditori italiani. Boggio Ferraris, 40 anni, direttore della Scuola di formazione permanente della Fondazione Italia Cina, docente ed esperto di relazioni commerciali internazionali, nel libro “Business in Cina: strumenti, strategie e opportunità lungo la Nuova Via della Seta“ - scritto con Andrea Ghizzoni ed edito da Mondadori Electa - si rivolge a imprenditori e manager italiani che affrontano la sfida.

Un manuale per lo sbarco in Cina?

"Una guida pensata soprattutto per manager italiani alle prese con l’ingresso in un mercato che, al di là delle apparenze, resta uno dei più difficili. Per entrare bisogna armarsi di umiltà e pazienza, prepararsi a diventare amici dei cinesi tessendo una serie di relazioni con partner. Una volta creata questa base, poi ci si muove alla velocità della luce. Un approccio molto diverso rispetto a quello anglosassone, dove basta una pacca sulla spalla per chiudere un affare. Abbiamo presentato anche casi concreti di successi e insuccessi".

Un caso di successo che la colpisce particolarmente?

"Penso ad esempio a quello di FederlegnoArredo, che ha esportato il Salone del Mobile a Shanghai, muovendosi in maniera perfetta".

E un insuccesso?

"Riso Scotti era partita male, con partner sbagliati, tenendo conto che come la saggezza popolare insegna non è facile vendere riso ai cinesi. Però sono riusciti a correggere bene la rotta, puntando sugli snack".

Poi è arrivato il Covid...

"Nei primi tre mesi del 2020 i consumi in Cina sono calati in media del 19%, in settori come l’automotive si è registrato un -30%. Con la fine del lockdown si è registrata però una inversione di tendenza, che stiamo studiando".

Serve un approccio diverso, dopo i mesi dell’emergenza?

"Abbiamo analizzato tre fattori. Ormai l’e-commerce pesa sul 36% delle vendite, quindi i manager italiani devono sempre più digitalizzarsi. Poi bisogna puntare su strategie di cura e rassicurazione dei consumatori spaventati. Infine bisogna stare più attenti a contratti e aspetti legali, prevedendo ad esempio la possibilità di altre pandemie p guerre commerciali. La Cina si conferma un mercato enorme, è stata la prima economia a ripartire dopo il Covid".

La Via della Seta ha aperto nuove rotte ferroviarie. Che cosa rappresenta per Milano e la Lombardia?

"Una grande opportunità commerciale che deve trasformarsi anche in scambio culturale. Purtroppo l’emergenza sanitaria ha rallentato i progetti su questo secondo aspetto".