BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Medico di famiglia, Case di Comunità. I pazienti protestano: l’Asst li riceve

Con le nuove regole il professionista può scegliere la sede su più Comuni, "anziani costretti alla trasferta"

Medico di famiglia, Case di Comunità. I pazienti protestano: l’Asst li riceve

Medico di famiglia, Case di Comunità. I pazienti protestano: l’Asst li riceve

Da una parte, quella degli assistiti, la paura che i medici di famiglia "entrino tutti nelle Case di Comunità lasciando sguarnito il territorio", dall’altra, il nuovo modello organizzativo sanitario che "richiede un cambio di mentalità", cioè "l’idea che non si potrà sempre avere il dottore sotto casa, come è stato finora. Le nuove regole prevedono che il professionista possa scegliere la sede su più Comuni, quelli d’ambito, non solo su quello dove il camice bianco va in pensione", spiega l’Asst Melegnano-Martesana. Ieri, a Gorgonzola è andato in scena il secondo giovedì della salute, la protesta dei pazienti che "hanno perso la pazienza", dice Curzio Rusnati, ex sindaco di Bussero, oggi alla testa degli iscritti costretti dal nuovo corso alla trasferta. "Soprattutto anziani, obbligati a spostamenti non proprio agevoli per curarsi. Devono sempre dipendere da qualcuno". Come promesso, il presidio davanti alla Casa di Comunità dell’ex ospedale Serbelloni è tornato puntuale "e continueremo finché non ci vedremo chiaro", annunciano i manifestanti. Ma ieri c’è stata una novità: l’Asst, alla quale da gennaio spetta di occuparsi delle condotte - partita ereditata da Ats, "ma il passaggio di consegne è ancora in corso" - ha chiamato una delegazione dalla strada al tavolo. Parola d’ordine, "dialogo".

A spiegare la situazione è Daniela Invernizzi, direttore del Distretto Alta Martesana. "A Bussero nessuno è scoperto, il medico c’è, il problema è legato alla logistica". Al fatto che "l’ambulatorio non è più in paese, ma qui. Con un vantaggio però: nella Casa di Comunità c’è un’offerta di servizi più ampia, dal cardiologo all’oculista e molto altro". Questo il "casus belli" che ha scatenato la reazione della gente "con il solo intento di restituire contenuto e dignità al diritto alla salute, troppo a lungo svuotato", attacca Rusnati. Asst sta mettendo a punto una mappa, "dobbiamo ripartire dalla situazione reale". "Sì ma non spetta a noi organizzare i servizi", replicano i cittadini davanti all’ospedale. "Il canale è sempre stato aperto e continuerà a esserlo", assicura Invernizzi. L’azienda cerca una soluzione, al caso specifico, "ma non c’è solo Bussero - sottolinea l’ex sindaco - i problemi riguardano tutti. Non vediamo una strategia, le soluzioni sono temporanee, regnano confusione e ansia. Ai responsabili chiediamo ancora una volta: cosa volete fare?".