Mazzette e pallone "Quindicimila euro per una panchina nei dilettanti"

Matteo, tecnico di Prima Categoria: "Mi danno 250 euro per la benzina. Ma chi si presenta con i soldi ha il posto sicuro. Anche se non vince"

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"Tutti sanno che nei campionati dall’Eccellenza in giù in molti casi devi pagare per allenare. Che tu sia bravo o innovativo conta poco". Matteo (nome di fantasia) ha 46 anni, dal lunedì al venerdì lavora per un’azienda milanese e nel weekend è sui campi della provincia lombarda. Allena per passione e divertimento, negli anni è passato dall’Eccellenza alla Prima Categoria ma non accetta un sistema marcio che non garantisce a tutti le stesse opportunità e tollera la “mazzetta“ per sedersi in panchina.

"È così - racconta Matteo –: ci sono tante società in Lombardia che preferiscono affidarsi a chi porta denaro. Allenatori, ma pure direttori sportivi. Tutto ciò è deprimente. Io alleno da dieci anni, le mie squadre hanno vinto due campionati e conquistato tre salvezze. Ma non mi ha chiamato mai nessuno. Di sicuro non bastano i risultati.

Chi ha i soldi e le conoscenze giuste arriva dove vuole". Esiste un vero e proprio tariffario delle panchine dall’Eccellenza in giù, rivela il tecnico: "Partendo dai livelli più bassi devi portare uno sponsor almeno da 10-15mila euro. Così a chi allena, se gli va bene, danno un rimborso spese di 400-500 euro, non di più. Il resto finisce nelle casse della società".

La parola stipendio non esiste. Anche per chi porta lo sponsor. Figuriamoci per un allenatore che non ha le spalle “coperte“: "Io prendo 250 euro al mese di rimborso, mi interessa solo pagare la benzina.

Però ripeto a me stesso: posso ricevere anche 5 euro, ma non darei mai un centesimo per allenare. Altrimenti sto a casa". Non c’è invidia, solo rabbia e rassegnazione: "Sappiamo tutti chi porta “il grano“, perché spesso l’allenatore in questione è già “pieno“ di soldi. Ha un certo reddito, e vuole levarsi un capriccio, anche pagando. I soliti noti sanno già dove bussare, perché certi presidenti li conosciamo tutti a livello dilettantistico.

Nel Varesotto e nel Comasco succede spesso: sei vicino alla Svizzera e chi ha un lavoro oltreconfine ha più possibilità di trovare un discreto sponsor. Anche nel Bresciano ci sono situazioni simili.

Ci vuol poco a vedere che certi tecnici sono sempre lì pur non avendo ottenuto risultati importanti mentre conosco colleghi che allenano in Eccellenza con buoni risultati da 4-5 anni in attesa della chiamata giusta che non arriva perché non hanno sponsor".

Giulio Mola

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