Dalle canzoni agli spot: la vita in musica di Massimiliano Pelan

Direttore creativo alla Jungle Sound Station dove sono passate le band underground milanesi e poi autore di canzoni e di jingle pubblicitari

Massimiliano Pelan nella sua casa con chitarra e pc strumenti di lavoro (NewPress)

Massimiliano Pelan nella sua casa con chitarra e pc strumenti di lavoro (NewPress)

Milano, 27 aprile 2019 - Quelle musiche della pubblicità che rimbalzano nella mente e che ci ossessionano anche fuori dalla doccia. Il «colpevole» è un milanese. Si chiama Massimiliano Pelan, 46 anni, e riassume in sé molte anime: musicista, insegnante di boxe e soprattutto autore poliedrico. Anche di Laura Pausini – «persona stupenda, tautologicamente se stessa: come la vedi è», dice Massimiliano – per cui ha firmato le melodie di canzoni come “Ho creduto a me” o “La soluzione”. Ma ha soprattutto creato centinaia di jingle ficcanti: la musica hitchcockiana dello spot della Breil, quella greca per lo yogurt della Danone, il tormentone suadente di “Lines è” e la super hit “Celebrate the Coop Time”, on air in queste settimane per Coop, sono tutte farina del suo sacco. Lo incontriamo nella sua fucina creativa: la sua casa in zona San Siro.

Quando è scattata la scintilla per la musica?

«A 15 anni. Dopo un’estate al mare, quando avevo visto che il ragazzo che faceva più colpo con le donne era quello con in mano la chitarra. Quando sono tornato a Milano ho voluto imbracciarla anch’io: dal primo accordo c’è stato il colpo di fulmine. Da lì ho iniziato a studiare lo strumento da autodidatta e sono entrato a far parte di diverse band giovanili. A 24 anni ho accompagnato Paola Turci in tournée: mi sembrava di giocare in serie A».

Poi?

«Ho iniziato a lavorare come direttore creativo alla Jungle Sound Station. Mi occupavo di produzione. Al Jungle passavano allora tutte le band dell’underground milanese: Afterhours, Bluvertigo, Casino Royale, Ritmo Tribale. Un’avventura fantastica durata fino a 29 anni».

E la pubblicità quando l’ha incontrata?

«Per caso, 15 anni fa. Avevo 31 anni e una mia amica che lavorava in agenzia mi disse se volevo comporre la musica per la Danone. Mi piaceva l’idea di cimentarmi in una cosa diversa: una canzone dura almeno 3 minuti, un jingle è un concentrato di 30 secondi. Fortuna volle che andò bene, dopo quello si sono aperte le porte di altre agenzie».

Oltre alla brevità cosa contraddistingue la musica degli spot?

«Difficilmente si ha carta bianca. Il primo step è il confronto coi creativi che hanno concepito la campagna. Sono l’art e il copy a raccontarmi il mood. A seconda della immagine e del brand si sceglie un determinato genere. Per esempio se si deve comunicare energia si sceglie il rock, se il tema è la tecnologia l’elettronica e così via».

Ma lei per comporre usa lo spartito?

«Niente pentagramma. Utilizzo la chitarra e se ho qualche idea buona la fisso con una nota vocale sull’iPhone. Spesso però scrivo in studio perché collaboro con un bravissimo produttore, Fabio De Martino».

Quanto tempo ci si mette a scrivere una melodia pubblicitaria?

«Se sei baciato dalla creatività un giorno, altre volte i giorni sono tre. Per lo spot della Breil con Kasia Smutniak di qualche anno fa ci ho messo un mese. Con il direttore creativo Luca Zamboni si cambiava una nota alla volta, ho realizzato almeno 30 versioni. Il lavoro è maniacale ma pieno di soddisfazioni».

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