Suicidio assistito, Marco Cappato in caserma per autodenunciarsi

Dopo avere accompagnato in Svizzera a morire il signor Romano, 82enne di Peschiera Borromeo, affetto da una grave forma di Parkinson

Milano, 27 novembre 2022 - Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, ha da poco varcato la soglia della caserma di via Fosse Ardeatine a Milano per denunciarsi dopo aver accompagnato in Svizzera a morire il signor Romano, 82enne residente a Peschiera Borromeo, affetto da una grave forma di Parkinson e  tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale. 

Si tratta della stessa caserma in cui lo scorso agosto Cappato si è denunciato per aver accompagnato in Svizzera la signora Elena Altamira malata terminale di cancro e dove cinque anni fa si è presentato per il caso di dj Fabo, Fabiano Antoniani, un suicidio assistito che ha dato il via alla discussione sul fine vita. Cappato si è presentato accompagnato dall'avvocato Filomena Gallo.

"Ho appena raccontato ai carabinieri quello che è accaduto, qualcosa che potrei definire una trappola micidiale che si stava stringendo attorno a Romano. Una trappola micidiale che ci parla di una violenza di Stato che e' l'effetto delle contraddizioni della legge italiana oggi. Romano era in una condizione di veloce decadimento, ma non era ancora dipendente dal trattamento di sostegno vitale", ha detto Marco Cappato, fuori dalla caserma dell'Arma di Milano-Duomo.  L'82enne morto in Svizzera avrebbe potuto averlo con un intervento che che non voleva. "La trappola nella quale stava per cader definitivamente era quella di acquisire il cosiddetto quarto criterio previsto dalla Corte costituzionale - ha spiegato il tesoriere dell'associaizone Coscioni -: diventare dipendente dal trattamento di sostegno vitale, ma allo stesso tempo avrebbe perso la capacità di intendere e di volere che è una delle condizioni indispensabili per ottenere l'aiuto alla morte. Questa è una condizione di oggettiva violenza esercitata dallo Stato".

L'accompagnamento di Romano in Svizzera e' stato possibile, ha raccontato Cappato, "grazie a un'autovettura di trasporto speciale per disabili, con possibilita' di fissare la carrozzina alla quale era inchiodato Romano. Un'autovettura che mi e' stata portata, da Felicetta Maltese, punto di riferimento della campagna referendaria 'Eutanasia legale' a Firenze". "Grazie a questa autovettura, che mi e' stata portata da Reggio Emilia aMilano, sono andato a prendere Romano, l'ho caricato e hofissato la carrozzina - ha aggiunto - la moglie di Romano e' salita in macchina con me. Non poteva fare altrimenti perché lui  aveva bisogno di continua assistenza". Interpellato su di cosa gli abbia detto in auto Romano, Cappato ha risposto: "Ogni sillaba era per lui una fatica mostruosa. Da parte sua piu' di una volta c'e' stato un ringraziamento e la richiesta di mettere musica classica durante il viaggio". 

Cappato ha poi annunciato: "Con l'associazione Soccorso civile, della quale sono responsabile legale, ci siamo già impegnati ad aiutare altre persone. In particolare, una di loro che già nel mese di dicembre ha appuntamento sempre in 'esilio della morte'. Ci siamo presi l'impegno di aiutarlo, le persone che ci contattano sono sempre di più". Il tesoriere dell'associazione Coscioni non ha voluto svelare se sarà lui, o qualcun altro, ad accompagnare a dicembre questa persona a morire in Svizzera.

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