Stanza per bebè in arrivo in Bicocca. E incentivi durante la maternità

Il piano dell’ateneo che ha in cantiere anche una “banca del tempo“ per l’aiuto reciproco dei genitori La rettrice-mamma: "Nessuno sia costretto a scegliere tra lavoro e famiglia: mortifica le persone e il Paese"

Sostegni alle ricercatrici che non rinunciano a crearsi una famiglia

Sostegni alle ricercatrici che non rinunciano a crearsi una famiglia

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Milano, 17 maggio 2022 -  Una stanza a misura di bebè, in due diversi punti dell’ateneo, per il cambio del pannolino, l’allattamento e per gestire le piccole emergenze quotidiane delle professoresse, delle studentesse e delle ricercatrici mamme. Una “banca del tempo“ per permettere ai genitori di aiutarsi tra loro. Un incentivo alle ricercatrici-madri per aiutarle a reinserirsi dopo l’assenza. "Da sempre il nostro impegno è finalizzato a far sì che nessuno sia costretto a scegliere tra il lavoro e la famiglia. Questa dicotomia non solo mortifica le legittime aspirazioni delle persone, ma impoverisce il capitale umano a disposizione del nostro Paese", sottolinea Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università di Milano-Bicocca e mamma, lanciando il Gender Equality Plan, che verrà presentato domani, "con servizi che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e possano consentire una più equa ripartizione degli impegni all’interno della famiglia". In prima linea nella redazione del piano Silvia Penati, professoressa di Fisica e mamma due volte. "Le stanze, arredate per la cura dei neonati, saranno pensate sia per l’utenza interna, in modo tale che in condizioni di emergenza sia possibile recarsi al lavoro portando il piccolo o la piccola con sé, ma anche a supporto di conferenze e convegni organizzati in Bicocca, affinché docenti e ricercatrici non rinuncino e abbiano un appoggio, magari anche con un servizio di baby sitting", sottolinea la referente.

Obiettivo : calarle a terra per il 2023. Parte la ricerca dei luoghi più adatti. "Sono spazi estremamente innovativi a livello europeo. Da anni se ne parla ma mancano ancora, almeno nel mio settore", ricorda Penati. Tanto che la lista degli invitati ai convegni spesso è ancora al maschile. La “banca del tempo“ sarà invece una piattaforma virtuale "per condividere disponibilità temporali per aiutarsi fisicamente", continua la professoressa di Fisica. Bicocca ha un asilo nido interno: la comunità di genitori potrà mettere a disposizione alcuni orari per ottimizzare i tempi e conciliare le esigenze, per esempio accordandosi per portare i bimbi o andarli a prendere. "E la banca del tempo si farà anche carico di organizzare attività di formazione rivolte ai giovani genitori, per incoraggiare per esempio i papà a far domanda di congedi parentali, oggi ancora poco richiesti dagli uomini", ricorda Penati. Altro capitolo cruciale riguarda i congedi per la maternità. Col precariato l’idea di creare una famiglia si sposta sempre più in là e a slittare è anche l’età di chi ottiene un posto da ricercatore, arrivata a 37-38 anni. "L’ansia del ritorno dalla maternità, poi, è un problema strutturale, non sempre è facile reinserirsi dopo mesi di inattività e questo spesso pesa sulle giovani donne, con tutta una serie di frustrazioni. L’idea è quella di mettere a disposizione un piccolo budget, per sostenere la riattivazione della ricerca o appoggiarsi a personale di supporto in laboratorio, per mantenere continuità", ribadisce la professoressa, ricordando anche i momenti più impegnativi della sua carriera: "Le maggiori difficoltà le ho vissute proprio nei due rientri dalla maternità. Soprattutto quando si fa ricerca di tipo teorico e non si ha un grosso gruppo alle spalle se ci si ferma riaggiornarsi non è facile. Ma non ho mollato: se si ama il proprio lavoro ce la si fa e con mio marito ci davamo il cambio". Qualcosa, poi, per fortuna sta cambiando: "Nell’arco della mia carriera ho visto dei cambiamenti in positivo, la situazione non è ancora ottimale, ma almeno rispetto a 30 anni fa se ne parla. E il Gender Equality Plan è un segnale fortissimo".

 

 

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