Infiltrazioni mafiose negli appalti in Fiera, il pm chiede condanne fino a 11 anni

Secondo l'accusa le cosche facevano affari al Nord, attraverso una "mimetizzazione imprenditoriale", per foraggiare i clan siciliani

Il tribunale di Milano

Il tribunale di Milano

Milano, 12 settembre 2017 -   Con il consorzio Dominus era stata operata una sorta di "mimetizzazione imprenditoriale" che, con l'aggiudicazione di appalti per oltre 18 milioni di euro di lavori in Fiera Milano, avrebbe fatto "affari al Nord" per poi, con un sistema di società cartiere produttrici di fatture false, creare "fondi neri" e "riserve occulte di denaro" per foraggiare la mafia, in particolare la famiglia siciliana di Pietraperzia.

È la ricostruzione del pm di Milano Paolo Storari che oggi, in una tranche del procedimento che riguarda, come lui stesso ha detto, "infiltrazioni pesanti" delle cosche in "Fiera Milano e Nolostand" ha chiesto al Tribunale 11 anni di carcere per Liborio Pace, ex braccio destro di Giuseppe Nastasi, il titolare del consorzio e vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro  già condannato in abbreviato a 8 anni e 10 mesi di reclusione. Il pm, che ha chiesto anche 6 anni e 3 anni e mezzo per i coimputati e presunti riciclatori di denaro Antonio Moccia e Giuseppe Lombino, nella sua requisitoria accompagnata da una corposa memoria scritta, non ha dubbi nel ritenere gli imputati componenti, anche di un certo peso, di "una complessa struttura organizzativa" che avrebbe commesso parecchi reati tra i quali una serie di evasioni fiscali e bancarotta, con il compito di drenare risorse a favore di boss mafiosi rimasti in Sicila.

Nolostand e Fiera, parti civili accanto al Comune di Milano, tramite l'avvocato Enrico Giarda, hanno chiesto un risarcimento dei danni patrimoniali e di immagine di 750mila euro ciascuna. La richiesta di Palazzo Marino, attraverso il suo legale Maria Rosa Sala, è stata invece dii oltre un milione di euro. Il pm della Dda di Milano Storari durante la sua requisitoria a proposito dell'attività di riciclaggio e di evasione fiscale, alcuni reati di quelli di cui rispondono gli imputati, rivolgendosi al collegio della sesta sezione penale, ha affermato: "Loro hanno rubato anche a noi e lo hanno fatto alla luce del giorno, grazie all'attività di gente rispettabile, quali commercialisti, che potrebbero sedere in commissione tributaria. Tutto ciò tradendo la fiducia di tutti". Le difese interverranno con le loro arringhe il 28 settembre e il 10 ottobre; la sentenza è attesa per il prossimo 16 novembre.

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