Luciana Paciucci, mamma rock dietro i grandi concerti: "Star conquistate dalle sue cene"

Morta a 89 anni la madre di Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, gigante degli eventi live: "Mi aiutò a fondare la società e diventò amica di Steven Tyler e Ligabue"

Luciana Paciucci, madre di Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts

Luciana Paciucci, madre di Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts

Milano - Il suo sorriso resterà per sempre accanto a stelle internazionali come Steven Tyler e Joe Perry degli Aerosmith. In una foto stringe la mano a Mark King, bassista dei Level 42. In un’altra fa capolino dietro Ligabue. E sono solo alcuni scatti tra centinaia. Documenti preziosi raccolti in una vita. Quella di Luciana Paciucci, che se n’è andata sabato, a 89 anni.

Originaria di Roma, viveva a Milano fin da quando aveva 23 anni. Un’anima rock dal passato di ballerina, contorsionista e cantante che ha girato l’Italia e il mondo con il nome d’arte di Lucy Darbi, protagonista di spettacoli di varietà a Bagdad, a Cipro, al Cairo, in Spagna, in Turchia ed Egitto; poi la vita da mamma che aveva sempre sognato, dopo aver sposato Umberto Trotta, milanese. Ma l’arte, dalla sua vita, non se n’è mai andata: Luciana ha brillato per anni dietro le quinte di concerti e spettacoli colossali.

Colonna fin dalla nascita di Barley Arts, tra le più grandi case di produzione di musica dal vivo fondata nel 1979 dal figlio Claudio Trotta, promotor dei concerti italiani di Bruce Springsteen, per citarne uno, e ora a teatro con il musical dei Queen “We will Rock you” alla terza stagione.

"Insieme a mio papà – ricorda Trotta – mi ha sostenuto fisicamente ed economicamente dandomi la possibilità di aprire la mia attività quasi 45 anni fa. Erano tempi pionieristici senza la biglietteria elettronica e senza Internet. La mamma si sobbarcava anche i rapporti con la Siae".

Trotta racconta che "a quei tempi i biglietti si compravano con i vaglia postali. La gente veniva con la ricevuta a ritirare il biglietto e c’era lei a gestire tutto. Parliamo di migliaia di persone alla volta. Ma la mamma adorava stare a contatto con gli altri: metteva il rapporto umano sopra tutto". Agli albori preparava anche da mangiare per gli artisti accogliendoli a casa sua in via Pagliano, in zona Fiera, prima di trasferirsi in viale Fulvio Testi. "Musicisti country e folk come John Martyn, Stefan Grossman, John Renbourn, David Bromberg e altri hanno mangiato i suoi bucatini all’amatriciana".

Amata dalle star e punto di riferimento dei figli Claudio, Cristina, Radames e Roberto, dei fratelli, dei sei nipoti e dei due pronipoti. "Aveva uno spirito straordinario e un ottimismo innato. Ma anche la capacità di dire sempre quel che pensava. Una volta a Ligabue disse: 'Luciano, tu sei bravo ma io preferisco gli Aerosmith'. Lui si mise a ridere".

Dall’ottavo piano guardava le montagne, per anni meta delle sue passeggiate, alle quali aveva dovuto rinunciare da 15 anni perché in sedia a rotelle. "La aggredì una cancrena causata dallo streptococco pochi giorni prima del concerto dei Negramaro che organizzammo a San Siro il 31 maggio del 2008. Al risveglio dal coma mi chiese: Com’è andato il concerto?". Su Facebook, i messaggi di cordoglio hanno già raggiunto il migliaio. Parole e abbracci non virtuali domani, all’ultimo saluto che sarà alle 11 alla chiesa di San Dionigi in largo San Dionigi in Pratocentenaro.

 

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