Milano, riapre il liceo scientifico Volta: "Felici di tornare"

Tra i primi istituti a riaccogliere gli studenti per i corsi di recupero

Studenti al liceo scientifico Volta di Milano

Studenti al liceo scientifico Volta di Milano

Milano, 1 settembre 2020 - Il tanto atteso giorno è arrivato: le scuole superiori riaprono i cancelli e le classi si rianimano. A Milano, tra i primi istituti a riaccogliere gli studenti per i corsi di recupero, c'è il liceo scientifico Volta di via Benedetto Marcello, uno dei più importanti della città che conta oltre 1.200 studenti iscritti e più un centinaio di lavoratori.

"Siamo pronti a ripartire, tenendo la guardia alta e mettendo in atto tutte le cautele egli accorgimenti indicateci dalle autorità sanitarie", ha detto il dirigente scolastico Domenico Squillace. Per frequentare i recuperi, sia di classe che individuali per chi ha avuto debiti e insufficienze in alcune materie, si entra ad orari scaglionati, con le classi che superano quasi tutte i venti alunni (alcune arrivano a 29) ridotte a metà: «metà classe frequenta un giorno e l'altra metà il giorno successivo per quattro giorni a settimana - ha spiegato il preside -. Così da avere in aula tra 13 e 15 alunni per ogni classe». Mascherina per tutte le ore, distanziamento tra i banchi (singoli) di 1,20m, intervallo in aula. Sul fronte sanificazione, anche i ragazzi faranno la loro parte: ognuno disinfetterà il banco a fine lezione e lo stesso faranno i professori a fine ora. Un nuovo anno in lockdown e con la didattica a distanza «sarebbe un problema - ammette Squillace - ma cerchiamo di essere sereni". 

Tra i ragazzi la paura del virus non supera la "felicità di tornare finalmente in classe": Carolina, 18anni, ha sentito i compagni di classe e "so che anche durante l'estate siamo stati attenti» ma teme «sarà un più anno molto duro perché siamo indietro con il programma". Anche tra i docenti c'era voglia di tornare in cattedra: alla professoressa di Matematica e Fisica, oltre agli alunni è mancata "la lavagna", dice scherzando mentre entra in classe. "Difficile dire se ho più paura o felicità - dice la professoressa di inglese -: io io ho 60 anni e mi chiedo se saremo davvero al sicuro" ma "un nuova chiusura sarebbe una perdita, abbiamo fatto il possibile tutti ma la scuola è una cosa diversa dalla didattica a distanza. Il lavoro è stato fatto, il piacere di farlo si era perso".

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