La guerra del libraio anti Amazon: "Non si vende a chi compra on line"

Ordine minimo di tre testi scolastici: "Non facciamo i tappabuchi"

Nicola Partipilo, proprietario della storica libreria

Nicola Partipilo, proprietario della storica libreria

Milano, 2 ottobre 2017 - «Non serviremo più i clienti che prima di noi si sono rivolti ad Amazon o ai supermercati». L’avviso che campeggia sulle vetrine della libreria Partipilo, nelle due sedi di viale Tunisia e di via Soderini. Nicola Partipilo, proprietario della storica libreria in attività dal 1966, è irremovibile: basta «tappare i buchi» lasciati nella lista dei testi scolastici che gli studenti devono procurarsi all’inizio dell’anno da chi non svolge questo lavoro in maniera professionale. In pratica come fa? Semplice: da Partipilo non si vendono libri di scuola a chi ne ordina meno di tre.

Signor Partipilo, come mai ha deciso di prendere una posizione così netta?

«È stata necessaria perché stavamo diventando sempre più una seconda scelta: i clienti compravano i libri online o nei supermercati, dove vengono promessi grandi sconti, per poi venire da noi quando non riuscivano a trovare particolari edizioni e volumi. Non ho nulla contro i clienti ma noi svolgiamo il nostro lavoro professionalmente da anni, non vogliamo essere la ruota di scorta di nessuno».

È contrario a priori all’acquisto di libri fuori dalle librerie?

«No, affatto. Io sono contro alla concorrenza sleale verso una categoria in crisi. Amazon e i supermercati non seguono il cliente con professionalità, si procurano solo i libri più richiesti e non provano nemmeno a cercare gli altri titoli, una cosa che io in anni di carriera non ho mai nemmeno pensato di fare. Girerei anche tutti i magazzini delle case editrici per soddisfare un cliente. Amazon arriva in alcuni casi ad inventarsi date di consegna dopo mesi, mentre i supermercati già a fine settembre non accettano più ordini, resi o cambi».

Questo ha pesato su di voi?

«I guadagni si sono drasticamente ridotti, in alcuni casi del 30%. E sempre più librerie indipendenti chiudono. Rischiamo di perdere un valore inestimabile, e nessuno si è mosso, a cominciare dall’associazione di categoria. Il contratto dei librai con gli editori è scaduto da anni ed è diventato il far west, dai margini garantiti all’impossibilità di rendere l’invenduto. Spero che, anche a livello politico, vi sia una presa di coscienza. Noi coi libri ci guadagniamo da vivere, i supermercati li usano solo come aggiunta. Con la chiusura delle librerie si impoverisce tutta la società».

I clienti come hanno reagito alla sua protesta?

«Quelli affezionati mi hanno sostenuto in tutto e per tutto, sanno come lavoro e che non avranno mai un servizio del genere su Amazon. Alcuni si sono lamentati, ma a questo punto non ho intenzione di mollare: siamo tra quelli che ancora sopravvivono, ma sinceramente non so quanto potremo andare avanti così».

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