La lettera, "Io pensionata costretta a lasciare casa"

Una vita negli alloggi popolari ma è considerata troppo ricca per restarci: affitto raddoppiato in attesa dello sfratto."Un'angoscia"

Case popolari Aler di via Lorenteggio

Case popolari Aler di via Lorenteggio

Milano, 17 marzo 2018 - Si firma come una «64enne ormai molto stanca». Chiede perdono ma preferisce non rivelare il proprio nome: l’unica omissione in una lettera molto dettagliata, scritta a macchina e inviata al sottoscritto all’indirizzo della redazione. Lei è un’inquilina delle case del Comune gestite da MM e più del suo nome conta la categoria nella quale, per dirla con parole sue, è stata «rifilata»: la categoria degli inquilini «decadenti». Detto altrimenti: la mittente della lettera viene ora ritenuta troppo ricca per poter continuare a vivere in una casa popolare. Per incoraggiare la signora a lasciare l’alloggio MM le ha appena raddoppiato il canone d’affitto, come da prassi. «In questi giorni – scrive la signora – gli abitanti delle case del Comune di Milano hanno ricevuto i bollettini relativi a a gennaio e febbraio 2018 con lettera accompagnatoria dalla quale si evince a che categoria si è inscritti in seguito al censimento 2017 inerente i dati presentati dagli inquilini per il 2016. Ebbene, molti fra i quali la scrivente abbiamo visto rifilarci la categoria “decadenti” con raddoppio del canone». Qui sta il problema.

La signora spiega di aver sempre pagato il canone d’affitto e di aver sempre dichiarato tutto «senza tralasciare e occultare nulla»: «Perché cacciare inquilini come noi e non chi fa il furbo?». Al di là della questione di principio, l’inquilina racconta di non essere nelle condizioni di acquistare un alloggio sul mercato privato e di temere, quindi, che gli sforzi fatti per assicurarsi una vecchiaia serena siano vanificati. «Io mi sono trovata dopo tanti anni a mettere da parte un piccolo salvadanaio, il mio è di circa 60mila euro, più la pensione, per garantirmi la sicurezza in vecchiaia non avendo ormai parenti in grado di accudirmi. Come posso comprare casa con quanto posseggo? Ridicolo oggigiorno! Un box e una cantina!! Questa dicitura (“decadente” ndr) mi ha messa in forte agitazione e angoscia».

Una soluzione ci sarebbe, secondo la signora: «Perché il Comune non propone agli inquilini di riscattare l’appartamento in cui vivono? Senza farci impiccare dalle banche, l’affitto diverrebbe un mutuo convenzionato e finalmente i non furbetti vivrebbero sereni». «La decadenza – risponde Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alla Casa – è regolata da una legge regionale, comprese le conseguenze in termini di aumento dell’affitto, che quindi non è una decisione del Comune. La signora ha tempo due anni per dimostrare di avere ancora i requisiti. Se alla seconda tornata risulterà ancora decadente, avrà 6 mesi per il rilascio dell’alloggio. Il Comune può proporle un’alternativa in un alloggio a canone concordato. Il canone concordato è la terza via individuata dall’assessorato alla Casa per coloro che non hanno, o non hanno più, i requisiti per l’Erp, ma che non riescono nemmeno ad accedere al mercato libero».

 

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