L'appello di Ledha: "No a nuove prigioni per disabili e anziani"

La segnalazione dell'associazione: "Alcuni gestori dei centri residenziali hanno sospeso le uscite e le visite. Ma la Regione invita a tutelarle"

Incontro all'interno di una residenza per anziani (Archivio)

Incontro all'interno di una residenza per anziani (Archivio)

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Milano - Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità, lancia un appello ai gestori dei servizi residenziali per disabili e anziani perché facciano tutto il possibile per evitare di porre nuove restrizioni alle uscite programmate degli ospiti fuori dalle strutture e alle visite dei parenti all’interno delle stesse. Un appello finalizzato a scongiurare che si ripeta quanto accaduto durante alcune fasi delle prime ondate della pandemia, quando le relazioni famigliari e sociali di disabili e anziani ospitati nei centri residenziali furono azzerate nonostante il loro valore terapeutico e a dispetto delle possibilità contestualmente concesse ad ogni altro cittadino.

Questa volta, però, è diverso: Ledha ricorda ai gestori delle strutture quanto messo nero su bianco dalla Regione Lombardia nella circolare del 29 dicembre 2021. "In rifermento agli ospiti di strutture residenziali per disabili, della salute mentale, delle dipendenze, della neuropsichiatrica infantile e delle Comunità alloggio minori – vi si legge –, è opportuno tenere in giusta considerazione la particolare utilità delle uscite programmate, anche in coerenza con il progetto individuale dove le uscite programmate rientrano nel progetto di cura (...). Al rientro, in assenza di indicazioni dovute a fragilità particolari, può essere sufficiente effettuare tampone di controllo bisettimanale". "Quanto riportato in merito all’importanza delle uscite programmate – si legge poi –, vale anche per le visite dei parenti, il cui valore terapeutico è parte dei progetti individuali".

Da qui la nota diramata da Ledha: "Speravamo che la fase delle limitazioni alle visite dei familiari e delle restrizioni alle uscite fosse ormai superata. Invece ci giungono notizie di nuove chiusure da parte di servizi residenziali che hanno sospeso visite e uscite programmate, anche in occasione delle festività natalizie, a causa della ripresa dei contagi dovuta alla diffusione della variante Omicron".

"Ledha – quindi – lancia un appello affinché si evitino chiusure generalizzate delle strutture residenziali. Chiediamo che vengano messe in atto adeguate misure di prevenzione che tengano conto delle necessità e del diritto delle persone a mantenere relazioni affettive con i propri familiari, oltre alla possibilità di partecipare alla vita sociale alle stesse condizioni garantite al resto della popolazione. L’invito è quello di applicare quanto previsto dalla circolare del 29 dicembre della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia al fine di preservare sia le uscite programmate degli ospiti sia le visite dei familiari. Un’attenzione che deve riguardare in primo luogo i servizi residenziali dove vivono persone con disabilità ma senza trascurare le esigenze relazionali e affettive delle persone anziane con disabilità. La recrudescenza della pandemia – conclude la nota della Ledha – non deve portare ad assumere decisioni drastiche e sostanzialmente difensive da parte dei responsabili delle strutture residenziali. Al contrario auspichiamo un’applicazione responsabile e prudente delle misure finalizzate a prevenire il contagio. Bisogna garantire la tutela della salute di tutti e la possibilità per le persone con disabilità di continuare a mantenere relazioni significative con i familiari. Non mancano gestori che riescono a bilanciare le due esigenze".

"Chiediamo ai gestori di non scegliere la strada più facile, quella di chiudere tutto, ma – spiega Giovanni Merlo, direttore di Ledha – di garantire ai propri ospiti una vita sociale il più possibile normale attraverso un supplemento di organizzazione e responsabilità. Nelle strutture il personale è tutto vaccinato, le famiglie degli ospiti sono sensibili sul fronte della sicurezza e la stessa Regione ha emanato la citata circolare il 29 dicembre, quindi quando la risalita dei contagi dovuta alla variante Omicron era conclamata. Non si trasformino nuovamente i centri residenziali in prigioni, per alcuni le relazioni con l’esterno sono iniziate solo questo autunno".

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