Le sorelle Izzo e il riconoscersi come famiglia

Maria Rita

Parsi

Quello delle sorelle Izzo, Rossella, Fiamma, Giuppy e Simona, è un libro sulle quote azzurre - la prefazione di Ricky Tognazzi, docet! - . E’ un libro sul tetto di vetro che va in frantumi, sul gineceo liberatorio e libero che, per e con la sorellanza, s’ impegna a togliere il velo dalla testa delle donne scegliendo la fatica del negozio e il materno del marsupio, nel segno del coraggio e dell’ autonomia creativa, economica e sentimentale. S’intitola, non a caso, “ 4 Sorelle, 8 matrimoni, 9 divorzi” . E quando Ricky Tognazzi chiede alle “fratelle” “ Scusate perché chiedete proprio a me di fare la presentazione del vostro libro?” a rispondergli è Nike, figlia di Giuppy: “ Zio, sei l’unico uomo stanziale di questa famiglia.... Mio fratello è in Olanda, mio cugino Tommaso a Londra, mio cugino Gianmarco in Canada, e Francesco, che è figlio di zia Simo, non sarebbe imparziale....” “Ma non potete pescare tra qualche altra parte?” “ Scherzi?” ha detto Rossella. Ci conosci da trentasei anni.... Sai più tu di noi che chiunque altro”. La penna narrante è quella di Simona, per tutte, nell’ottica della “sindrome delle sorelle Brontè”. Ma, sia chiaro,con un destino ben diverso da quello delle tre grandi scrittrici. Nel senso di una capacità di dare indistruttibile consistenza ad una “famigliastra-famigliona” , in grado di affrontare gioie e tempeste della vita senza perdere il radicante, fondamentale orientamento che porta ciascuno-anzi,ciascuna di loro!- a trovare la propria strada e a farla in compagnia delle altre. Laddove il bosco della vita e, perfino, la giungla, possono essere attraversate dalle quattro sorelle-Pollicine, riuscendo a strappare gli stivali delle sette leghe anche all’Orco della mediocrità, dell’ozio inutile, della rivalità, delle gelosie, delle contrapposizioni che sempre tentano eo possono tentare di divorare l’equilibrio delle “famiglie allargate”. “La costellazione famigliare” delle sorelle Izzo diventa così anche un modo di individuare le linee- guida post covid 19. Affinchè il Covid 20 del contagio emotivo non trionfi nel pettegolo, vuoto,indegno farsi storia di chi non considera la propria storia, individuale e familiare, una risorsa .E non sa narrarsi per narrare il suo rapporto con gli altri e riconoscersi.

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