Milano, lavanderia di via Facchinetti chiusa da agosto: "Rivogliamo i nostri vestiti"

Monta la protesta dei cittadini del quartiere Forlanini rimasti senza risposte Il titolare: abbiamo avuto problemi tecnici, riapriremo nei primi giorni di ottobre

Elisabetta Pistone, tra i cittadini che protestano per la lavanderia chiusa

Elisabetta Pistone, tra i cittadini che protestano per la lavanderia chiusa

Milano, 15 settembre 2022 - Le serrande abbassate di una lavanderia. Non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che "questo posto è chiuso da più di un mese. Con dentro i vestiti dei clienti". Siamo in via Facchinetti, quartiere Forlanini, alla periferia sud est della città. La protesta dei cittadini sfocia in lamentele quotidiane sul marciapiedi, raggiunge i negozi confinanti ("non c’è giorno che non entri qualcuno a chiederci che fine abbia fatto il titolare della lavanderia", allargano le braccia i commercianti vicini). Presto, assicurano numerosi residenti, diventerà nero su bianco "perché abbiamo intenzione di presentare un esposto con raccolta firme alle forze dell’ordine e al Municipio 4".

Tra i più agguerriti, la signora Elisabetta Pistone che in lavanderia ha un piumone da ritirare, "matrimoniale, nuovo. L’avevo usato per un mese. Non è giusto. Tanta gente ha portato i giubbotti invernali acquistati facendo sacrifici. Non tutti possono permettersi di ricomprare gli indumenti. Soprattutto, è una questione di principio: per questo tutti noi clienti danneggiati ci stiamo riunendo". Il malcontento unisce decine di persone. C’è chi racconta di aver affidato a quella lavanderia un abito da indossare a un matrimonio, ma non potendolo più ritirare è stato costretto a comprarne un altro. Oltre quelle serrande, si vocifera, ci sarebbero pure divise di lavoro. "Un problema ritrovarsi senza". Ancora: "Io ho portato un piumino, ho la regolare ricevuta. Quando riaprirà la lavanderia? Nessuno lo sa. Io ho contattato la polizia locale ma i vigili mi hanno consigliato di chiedere all’amministratore del condominio e al proprietario dei muri".

Alcuni stanno anche pensando di rivolgersi a carabinieri e polizia di Stato per sporgere denuncia di appropriazione indebita. Si fa avanti anche Aida Gindre: "In quel negozio ci sono dei miei maglioni e un paio di pantaloni. Li rivoglio indietro". Diversi cittadini fanno sapere di aver provato a contattare il titolare dell’attività sul cellulare "ma non risponde a nessuno e non ci ha fatto sapere nulla. Perché se ha intenzione di chiudere non ci restituisce almeno i vestiti? Tutti noi abbiamo già pagato in anticipo, peraltro, per il servizio". Si è attivato anche Giuseppe Castro, referente del Comitato sicurezza quartiere Forlanini: "Purtroppo il titolare non risponde al telefono".

Il Giorno è riuscito a contattare il gestore dell’attività in serata: tramite messaggio, fa sapere: "Ho già avvisato che riapriremo ai primi di ottobre. Abbiamo avuto problemi tecnici. Ho avvisato le persone di cui ho un contatto". Appreso l’annuncio, i cittadini però non gioiscono: "Erano già comparsi cartelli in cui si annunciavano date di apertura a settembre ma così non è stato. Adesso la data di apertura slitta a ottobre? Speriamo sia la volta buona. Noi vogliamo solo riavere i nostri abiti".

 

 

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