La vasca di laminazione torna alla ribalta

Da una parte c’è il Comune di Milano che vuole realizzarla, dall’altra i rappresentanti del Comitato

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Ieri nessuna esondazione lungo il tratto cittadino del Seveso, ma la vasca di laminazione, progettata nell’angolo di Parco Nord sotto le finestre dei 2mila abitanti del "Supercondominio" di via Papa Giovanni XXIII, torna alla ribalta. Da una parte, c’è il Comune di Milano, che intende realizzarla al più presto per eliminare le tracimazioni: dall’altra, ci sono il Comune di Bresso e il Comitato "No Vasca", composto dai residenti di via Papa Giovanni XXIII, che si sono opposti a suon di ricorsi. Sul futuro dell’invaso artificiale da 250mila metri cubici si dovrà attendere, però, il prossimo autunno, a causa dell’emergenza Coronavirus, con lo slittamento delle udienze. Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sarà chiamato a pronunciarsi più volte; a settembre, sulle due istanze unificate e presentate dal Comune di Bresso, relative alla "Via" (la Valutazione di impatto ambientale) e al progetto definitivo: "Se il Comune di Milano avesse ritenuto di discutere, all’Arbitrato di mediazione nel febbraio 2019, la nostra proposta di spostamento della vasca di laminazione lontano dai palazzi, - spiega il sindaco di Bresso Simone Cairo - avremmo ora un progetto condiviso tra tutte le parti. Se il sindaco di Milano Sala vuole, ne possiamo discutere ancora". I residenti del "Supercondominio" hanno presentato ben 4 ricorsi: "Anche le nostre udienze al Tribunale delle Acque sono state rinviate – conclude Rosa Iaquinandi, amministratrice del Supercondomio –. Ne avremo una a metà ottobre, per il progetto redatto dalla Conferenza dei servizi del giugno 2017. A seguire ci saranno gli altri ricorsi".

Giuseppe Nava

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