REDAZIONE MILANO

La sala scommesse della discordia

La nuova attività aprirebbe vicino ad asilo e elementari L’opposizione pronta alla barricate

È stato fra i primi comuni a combattere le macchinette mangia-soldi e ora rischia di ritrovarsi un centro scommesse davanti all’asilo e alla scuola elementare San Giuseppe. Ma la minoranza non ci sta e presenta una mozione contro l’arrivo dell’agenzia. "In città non si possono aprire sale gioco a meno di 500 metri da luoghi sensibili e gli istituti scolastici sono in cima alla lista – ricorda il capogruppo Roberta Ronchi (Insieme per Carugate) -. Già a inizio anno avevamo notato un certo movimento in via XX Settembre e i genitori erano in procinto di lanciare una raccolta firme per sollevare il caso, ma il Covid ha bloccato tutto. Bisogna tornare alla carica per evitare che altre famiglie vengano rovinate da questa piaga". E tutto scritto nel testo che la forza di opposizione ha chiesto di discutere in aula, lunedì, dopo un chiarimento nei mesi scorsi da parte del Comune. "Non si tratta di una sala giochi, ma di scommesse sportive", per le quali la regola della distanza non varrebbe. "In città non possono insediarsi attività simili in centro storico, o in un negozio chiuso senza cambio di destinazione d’uso", replica il capogruppo che chiede "il rigoroso rispetto delle norme".

I paletti sono frutto di una battaglia condivisa con il resto dell’hinterland, combattuta da quando la febbre da slot ha messo radici diventando la nuova frontiera della dipendenza insieme ad alcol e droga.

"Ma ancora più subdola, perché coinvolge tanto i giovani quanto i pensionati, purtroppo, è un elemento che accomuna generazioni diverse", insiste Ronchi. La distanza fra la tentazione e nuovi potenziali adepti è uno dei frutti della lotta, che "rischia di essere azzerato se quel posto aprirà i battenti. Le autorizzazioni non competono al Comune, ma alla questura, questo però non ci esime dall’applicare i regolamenti alla lettera".

Al sindaco Luca Maggioni, la minoranza chiede anche "più vigore nel mettere a punto politiche di prevenzione. In pericolo ci sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Secondo gli Osservatori sono loro a cadere nel vizio". L’amministrazione aveva spiegato che si tratta del trasferimento di un’attività già presente in città "anche se al momento non risultano richieste di trasloco", precisa il capogruppo. Il duello si sposta in aula. L’identikit di chi rischia grosso vede in cima alla lista gli over 65. Ma anche adolescenti e donne. Dove la legge pecca, arrivano i servizi sociali e sanitari, tutti i giorni in prima linea contro l’emergenza.

Barbara Calderola