La rivoluzione promessa era questa?

Fabrizio

Lucidi

Mentre gli inquilini deceduti da decenni vengono invitati all’assemblea condominiale, a quelli vivi e vegeti si chiede di pagare il metano che non hanno potuto consumare perché l’impianto che riscalda il loro palazzo è a biomassa già da 7 anni. Un impianto realizzato di tasca propria dagli stessi inquilini, tra l’altro. E diversi di loro sono ancora in attesa di rimborso ma alle loro richieste si risponde (quando si risponde) con un burocratese non privo di errori ortografici che non sembrano segno di grande attenzione da parte di chi scrive. Era questa la rivoluzione promessa dal centrosinistra milanese a dicembre del 2014, quando decise di affidare ad MM le case del Comune sottraendole ad Aler? La risposta è ovvia. E sempre più ovvio appare un altro fatto: quella del sindaco Giuliano Pisapia resta, a distanza di 8 anni, l’unica scelta di rottura e di coraggio, l’unica vera assunzione di responsabilità compiuta dalle Giunte comunali di centrosinistra sulle case popolari. Non che dalla Regione, feudo del centrodestra, sia arrivato nulla di eccezionale in questi anni, anzi l’ultimo regolamento sull’assegnazione degli alloggi è riuscito a rallentare ciò che sembrava non si potesse rallentare oltre. Ma ancora nell’ultima campagna elettorale per il Comune (ottobre 2021), Giuseppe Sala, Pierfrancesco Maran e il centrosinistra milanese hanno spinto forte sul tema case popolari e quartieri. Talmente forte da aver esaurito anzitempo ogni energia.

mail: fabrizio.lucidi@ilgiorno.net

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