La pandemia ferma i treni internazionali. E le società licenziano: cessata attività

Migliaia di posti in bilico. I 17 addetti alla ristorazione sulla Milano-Parigi soppressa lanciano un appello: ci riprenda Trenitalia

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di Andrea Gianni

"La nostra società, a seguito della soppressione dei treni e della comunicazione da parte dell’unico cliente che tali treni non verranno ripristinati, non è in grado di garantire il reimpiego di tutti i lavoratori sospesi dal servizio dal 10 marzo 2020". L’emergenza sanitaria "ha determinato l’azzeramento dei servizi che, a sua volta, ha generato per la società una situazione di crisi". Parole messe nero su bianco dalla società francese Chef en Voyage Sarl nella lettera con cui ha comunicato ai sindacati la scelta di licenziare per "cessazione dell’attività" 17 lavoratori italiani, che finora sono stati “salvati“ dagli ammortizzatori sociali. Da anni erano addetti al "servizio di ristorazione veloce" che Thello (controllata da Trenitalia) aveva affidato all’impresa Gate Gourmet, a sua volta subappaltato a Chef en Voyage, sui treni Milano-Parigi soppressi a causa della pandemia. Lavoratori in situazioni più precarie di altri, prime vittime di un blocco dei viaggi per turismo e affari che sembra destinato a durare, visto il dilagare dei contagi in Europa e nel mondo. Sono migliaia i posti di lavoro in bilico solo a Milano, nel settore dei trasporti, con il terremoto che ha già travolto quegli addetti ai servizi, dalla pulizia alla ristorazione, che le grandi società affidano a imprese esterne. Scali ferroviari e aeroporti semivuoti, collegamenti tagliati, e il rischio di una raffica di esuberi quando verrà meno il blocco dei licenziamenti che alcune ditte hanno già scavalcato con la formula della "cessazione dell’attività".

"Stiamo dialogando con la Regione per trovare una soluzione positiva per i lavoratori di Chef en Voyage", spiega Sergio Vecchione, sindacalista del Fast Slm Confsal che sta seguendo la vertenza in tandem con le sigle Uil Trasporti e Orsa. "Potrebbero essere assorbiti da Trenord o essere impiegati sui Frecciarossa – prosegue – si tratta di lavoratori che conoscono le lingue e hanno alle spalle anni di esperienza". Giovedì faranno sentire la loro voce con un presidio sotto Palazzo Lombardia, in attesa di una svolta che sarebbe una goccia nel mare, in uno dei settori più colpiti dalla crisi economica.

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