"La nostra lotta quotidiana contro il carovita"

Giovani coppie e pensionati nella città che vede allargarsi la forbice fra i redditi: dai 90mila euro all’anno di Brera ai 18mila di Quarto

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Gli stipendi restano gli stessi, ma il costo della vita si è impennato. Gli effetti si vedono quando bisogna riempire il carrello della spesa, pagare le bollette, l’affitto e le tante altre spese che intaccano il reddito. Abbiamo chiesto a tre famiglie - una giovane coppia senza figli, una coppia con figli e due pensionati - di raccontare la loro vita quotidiana, e la battaglia per far quadrare i conti nella città con il costo della vita più alto d’Italia. Un equilibrio guadagnato grazie al lavoro nella Milano che vede allargarsi la forbice fra ricchi e poveri, e anche il divario fra quartieri.

Si va da un reddito medio di 90mila euro all’anno a Brera e di 70mila a Citylife a redditi che scendono man mano che ci si allontana dalle zone centrali. Così a Lambrate, Inganni, Forlanini si scende a 25mila euro, 23mila a Baggio, Quinto Romano, Fulvio Testi, 22mila in via Padova, Crescenzago, Forze Armate, Bisceglie, Affori, Comasina, Bovisa, Barona, Gratosoglio, fino ai 18mila di Quarto Oggiaro. "Fra il 2015 e il 2020 i salari a Milano sono aumentati solo del 4% per operai e impiegati – ha spiegato Massimo Bonini, segretario generale della Cgil di Milano – e nello stesso periodo il costo della casa è aumentato del 5,9%, seguendo un trend che va avanti da vent’anni. Affittare un appartamento di 70 metri quadri costa circa 1400 euro al mese, quando il 60% dei milanesi ha un reddito sotto i 26mila euro l’anno". E all’orizzonte ci sono scenari poco rassicuranti. Gli effetti del carovita sulle famiglie italiane, secondo un’analisi dell’istituto Prometeia, si faranno sentire nella seconda metà dell’anno e in particolare nel 2023 (anno per il quale la stima del Pil era del 2,5%, mentre ora è all’1,9%).

Andrea Gianni

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