La festa fa paura Politically correct e follie verbali

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Piero

Lotito

Incredibile ma spiacevolmente vero: il Natale, la festa un tempo più amata, ora intimidisce, intimorisce. Potremmo quasi dire che fa paura. Uno schietto augurio come "Buon Natale!" è sempre meno frequente, mentre si moltiplicano garruli e generici auspici di "Buone feste!", che salvano la forma e non rischiano di comprometterci: chi sa mai come la pensa il nostro interlocutore, a volte un semplice conoscente, che potrebbe avere una fede diversa dalla nostra, e allora apriti cielo ("cielo", si potrà ancora evocare?), si offenderebbe a morte. Perché va ricordato: il Natale è una festività religiosa. Tantissimi la vivono ancora come tale, ma già molti laicamente lo disconoscono, pur non mancando di usufruire dei relativi vantaggi, dalle giornate di assenza dal lavoro a ogni altro "benefit" appunto natalizio. Chi ha cominciato a mettere nero su bianco in materia, sono gli inglesi. Proprio loro che le fanno passare tutte, questa volta si sono talmente impuntati sul politicamente corretto da inventarsi una sorta di vademecum linguistico che prevede di non "ferire" nessuno (e perché mai, poi?) con l’uso spericolato di parole potenzialmente dinamitarde come "Natale". A redigere il manuale, la prestigiosa - come suol dirsi degli atenei inglesi - Università di Brighton, dove evidentemente il tempo da perdere non manca. Qui, insomma, avrebbero il terrore di pugnalare i non cristiani parlando a vanvera del Natale, e si son messi a stilare alcune regolette a uso interno per le quali un professore o, mettiamo, un bidello (si potrà mai più dire "bidello"?) non potranno assolutamente rivolgersi a studenti o colleghi con un "Buon Natale". Dovranno optare per l’anodino "Buone feste". E se proprio volessero parlare di "vacanze natalizie", dovrebbero arrangiarsi con un miserevole "vacanze invernali". Regole? Non sia mai, ribattono i responsabili dell’Università a chi rimprovera loro il folle vademecum: "Noi diamo consigli". Il che è pure peggio. Ma noi in Italia abbiamo poco da ridere sui soliti inglesi. Provate ad acquistare in una qualsiasi cartoleria un biglietto di auguri natalizi (ops, ci è scappato) con immagini sacre: troverete solamente cartoncini con campane e agrifoglio o casette sotto la neve con la scritta "Buone Feste!". Mostratevi pure stupiti, riceverete una semplice, disarmante risposta: "Non ce li chiedono più, e i fornitori non ce li mandano". Guai a contraddire i fornitori, che non fanno forni ma affari.

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