La dispersione preoccupa Serve una svolta

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Elena

Caneva*

Già prima della pandemia, il tasso di dispersione scolastica in Italia era uno dei peggiori in Europa (Eurostat, 2019). Gli ultimi dati Istat (2020) confermano il dato: 13,1% contro una media europea del 9,9%, che raggiunge punte di oltre il 20% in diverse regioni italiane. Oltre all’abbandono scolastico vero e proprio, preoccupa anche la cosiddetta dispersione implicita, cioè l’aumento della percentuale di studenti che termina gli studi acquisendo solo un’infarinatura delle conoscenze necessarie, senza mai consolidare, approfondire e costruire una vera capacità critica. Abbiamo bisogno delle istituzioni perché la situazione non precipiti. Lo scoppio della pandemia e le sue conseguenze sul sistema educativo italiano hanno aggravato le problematiche già presenti nel nostro Paese. La Dad, in particolare, ha evidenziato le carenze del sistema scolastico, spingendoci a riflettere su come migliorare l’accesso alla conoscenza, la qualità dell’apprendimento e la riduzione delle disuguaglianze. Oggi c’è bisogno di un cambiamento che tenga conto della nuova normalità. Da questa riflessione nasce il Vademecum di WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi del mondo compresa l’Italia, realizzato insieme al medico e psicoterapeuta Alberto Pellai. Un testo semplice divulgato sui social dell’organizzazione e direttamente alle scuole per parlare ai ragazzi, ai loro genitori e agli insegnanti con consigli dedicati per affrontare al meglio la ripartenza. A chiudere il testo 5 campanelli d’allarme da non sottovalutare per capire quando chiedere aiuto se si ha l’impressione che nostro figlio o figlia stia soffrendo o attraversando un disagio superiore alle nostre capacità di gestione. Ad accogliere i ragazzi e le ragazze di Milano, il primo giorno di scuola, anche un messaggio di bentornato realizzato con green graffiti in prossimità delle principali scuole del capoluogo lombardo: “La tua storia Inizia per Scuola. Vivila”.

*Area Advocacy e Centro

Studi di WeWorld

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