"Nessuno sconto di pena. L’ergastolo venga confermato per chi ha ucciso la mia Jessica". Fa sentire la sua voce Stefano Faoro, papà della diciannovenne uccisa il 7 febbraio 2018, che ieri pomeriggio ha riacceso i riflettori sulla vicenda scrivendo un breve post sul suo profilo Facebook: "Mancano ormai solo due giorni all’inizio dell’udienza di secondo grado (che sarà domani, ndr) e anche in questa occasione non mancherò di far di tutto affinché non venga concesso nessuno sconto di pena per qualsivoglia ragione ad Alessandro Garlaschi", l’ex tranviere quarantunenne condannato all’ergastolo a dicembre 2018 per l’omicidio della ragazza ma anche per vilipendio di cadavere. Jessica è stata uccisa con almeno 85 coltellate dopo aver rifiutato le avance dell’uomo nella sua casa di via Brioschi.
Che cosa direbbe a Garlaschi?
"Che merita solo di restare in carcere. Le leggi sono a favore di chi vuole redimersi: io dico che non è impossibile redimersi ma che uno come lui deve farlo da dietro le sbarre. La mia pena è ancora più dura, è un dolore che non si cancella e che mi tormenta ogni giorno. Di Jessica mi manca tutto e non la rivedrò mai più".
Cosa consiglia ai ragazzi che magari si trovano in situazioni difficili come lo era sua figlia?
"Di tenere sempre gli occhi aperti, di non andare incontro ai rischi. La storia di Jessica era particolare e io avevo le mani legate per le decisioni prese dai Servizi sociali. Non potevo starle accanto come avrei tanto voluto".
Ha ricominciato a lavorare?
"Sì, ho ripreso a guidare i mezzi pubblici da tre giorni. Dal giorno dell’omicidio non ero ancora tornato al lavoro".
E come è stato?
"Non mi risolleva il morale. Prima di quel giorno lavoravo con uno scopo preciso, per poter sistemare ‘altre cose’, volevo dare una vita diversa a Jessica e ora non posso più".
Continua a ricevere manifestazioni di solidarietà?
"Vanno a ondate. Sotto il mio ultimo post di Facebook ne sto ricevendo moltissime".
Marianna Vazzana
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