Cori fascisti e insulti agli ebrei su Zoom: perquisizioni della Digos in casa di minorenni

Intromissioni abusive agli incontri legati alla Giornata della Memoria. Nei guai un 21enne e sette minori

Digos (foto di archivio)

Digos (foto di archivio)

Milano - La polizia di Stato, su delega del capo della sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano Alberto Nobili e dal pm Francesco Cajani, ha eseguito 8 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti ragazzi (un 21enne e 7 minorenni) indagati per due intrusioni online con cori fascisti e offese agli ebrei su Zoom per incontri legati alla Giornata della Memoria.

I giovani sono accusati di accesso abusivo a un sistema informatico, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa. Le perquisizioni, coordinate dalla Digos di Milano, sono state effettuate a Bari, Bologna, Brescia, Palermo, Roma, Torino, Trapani e Treviso.  L'indagine riguarda un duplice accesso abusivo alla piattaforma Zoom: il primo episodio è accaduto la sera 26 gennaio 2021, quando, in occasione della Giornata della Memoria, l'Associazione Italia Israele di Venezia ha organizzato un pubblico convegno in diretta streaming, intitolato 'Eludere il significato della Shoah: memoria collettiva e razionalità sociale. L'olocausto come espressione della logica interna della modernità occidentale?'. Fin da subito la conferenza e' stata disturbata da una intromissione di voci di più persone, frasi inneggianti al Duce, offese contro gli ebrei e bestemmie, accompagnate da musica tipica del ventennio fascista.

La seconda intrusione ha avuto luogo nella mattinata del 4 febbraio 2021, sempre in occasione delle commemorazioni per la Giornata della Memoria, quando il Comune di Cinisello Balsamo ha organizzato, curati dal professor Raffaele Mantegazza, tre incontri didattici intitolati 'Lo zaino della memoria', rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori chiamati a partecipare all'evento via streaming. Al terzo incontro, nel corso della videoconferenza si sono intromesse diverse voci con frasi inneggianti al Duce e a Hitler, ingiurie contro gli ebrei e bestemmie. Le perquisizioni hanno portato la Polizia di Stato a individuare, all'interno di diversi nuclei familiari, gli utilizzatori degli apparecchi elettronici sottoposti a sequestro: si tratta di un 21enne e sette minorenni che interagivano in una chat su Telegram denominata 'zoommannari', al momento non risulta più attiva e già fonte di altri episodi simili investigati dalla Polizia di Stato, nella quale venivano lanciate e condivise le azioni di hackeraggio e cyberbullismo portate a termine.

Agli agenti quasi tutti i ragazzi coinvolti, che non appartengono a gruppi politicamente orientati, hanno ammesso di aver compiuto un gesto goliardico, minimizzando le conseguenze della loro azione.

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