Incidente al Parco Nord: operato alla testa il quindicenne caduto in bici

Le condizioni del ragazzo rimangono molto gravi. La dirigenza del parco cerca rimedi per fermare le pericolose discese su due ruote in stile downhill

Discese in mountain bike al Parco Nord: un'abitudine pericolosa

Discese in mountain bike al Parco Nord: un'abitudine pericolosa

Sesto San Giovanni (Milano) – È stato operato alla testa nel corso della notte il quindicenne che nel tardo pomeriggio di domenica è rimasto vittima di un gravissimo incidente in mountain bike tra i sentieri della montagnetta del Parco Nord. La prognosi è riservata e le sue condizioni rimangono molto gravi. Nella serata di domenica il ragazzo, residente a Cinisello Balsamo, è stato raggiunto all'ospedale di Niguarda dalla madre che, non vedendolo rincasare, dopo ripetute ricerche tra gli amici, ha chiamato la caserma dei carabinieri per denunciare la scomparsa. Di lui, per diverse ore, non si conosceva l’identità in quanto al momento dell’incidente era sprovvisto di documenti.

Discese "senza freno"

Intanto al Parco Nord cresce la tensione sulla presenza di mountain biker che utilizzano i sentieri e le discese del parco come fossero delle piste da downhill. “Sono affranto – ha commentato il presidente del Parco Nord Marzio Marzorati - perché questo incidente non è tollerabile in un parco dove le persone dovrebbero rilassarsi e divertirsi. Siamo profondamente dispiaciuti per questo ragazzo e siamo vicini alla sua famiglia. Purtroppo una tragedia come questa rende vano il delicato lavoro che da giorni stiamo conducendo proprio per impedire abusi e incidenti”. Il parco Nord già da più di un mese aveva notato la presenza di nuovi sentieri realizzati dai biker nei tratti più ripidi della montagnetta, tra alberi e cespugli. Delle vere e proprie gimcane pensate per ricreare in ambiente urbano le piste da downhill presenti in montagna.

Stop al rischio

“Siamo interventi immediatamente in ogni modo per bloccare queste iniziative che non sono compatibili con un parco così densamente popolato – spiega Marzorati -. La pista realizzata dai biker taglia una pista ciclabile e ben due sentieri pedonali, dunque il rischio di incidenti è elevatissimo, soprattutto per i giovani che imboccano le discese per emulare i più adulti”. E poi sottolinea: “Da giorni le Guardie ecologiche volontarie sono impegnate in pattugliamenti, controlli e nel costante dialogo con i ragazzi che frequentano i sentieri. Abbiamo a lungo parlato con loro, per dissuaderli, ma anche domenica pomeriggio, non appena le Gev hanno lasciato l’area, i biker sono tornati”.

I biker non si rassegnano

Pochi giorni fa era stato scoperto un sentiero con tanto di cartelli e indicazioni. I cartelli erano stati rimossi e le Gev avevano affisso ovunque cartelli di divieto, per ricordare che il regolamento del Parco impedisce l’uso di biciclette fuori dalle piste. Il parco Nord aveva anche mobilitato alcuni volontari per disporre barriere verdi e nuovi cespugli lungo i sentieri, ma l’intervento era stato rinviato a questa settimana per via del cattivo tempo. Purtroppo questa severa opposizione da parte del Parco e delle Gev, non ha trovato concordi molti dei ciclisti che frequentano le aree verdi. Sui Social, gli appelli sono stati seguiti da decine di commenti negativi e i qualche caso offensivi. Persone che chiedono libertà di movimento e che auspicano maggiori libertà per i ragazzi che da oltre un anno sono prigionieri in casa. Una funzione che un parco urbano frequentato da oltre 3 milioni di persone l’anno, difficilmente può assolvere, soprattutto quando si tratta di attività sportive così delicate e tecniche.

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