Il liceo Virgilio a tu per tu con Boris "Storia intricata, ma affascinante I ragazzi ci sorprendono sempre"

Il dirigente scolastico Roberto Garroni ha aperto le porte dell’aula magna per la Prima Diffusa "Nel pomeriggio ore musicali a disposizione dei nostri 1.800 studenti, abbiamo un coro di 35 elementi"

Migration

di Annamaria Lazzari

Al liceo a vedere la diretta tv del capolavoro di Modest Musorgskij. Le porte del Virgilio, nel Municipio 3, si sono aperte ieri dalle 17.30 al quartiere per la Prima Diffusa: un centinaio gli spettatori che hanno occupato i posti in Aula Magna. È la terza volta che il liceo di piazza Ascoli ospita la proiezione della serata inaugurale, unica scuola nella mappa dei 35 luoghi della Prima diffusa. L’ultima edizione risale al 2019, quando in scena c’era la "Tosca" di Puccini, poi la sofferta parentesi di chiusure del Covid, fino al ritorno, con il "Boris Godunov", dell’iniziativa promossa da Comune, Teatro alla Scala, Edison e Rai, appoggiata con sincera convinzione dal dirigente scolastico Roberto Garroni, secondo cui "la musica svolge una parte importante nel percorso culturale e la scuola deve essere aperta al territorio, non una monade chiusa in sé".

Una filosofia portata avanti anche nel percorso scolastico dei circa 1.800 studenti che frequentano classico, scientifico, linguistico e scienze umane e nel pomeriggio possono seguire lezioni di potenziamento musicale. "La risposta da parte dei ragazzi è sorprendente, in un mese abbiamo messo assieme un coro che conta 35 elementi. Anche se non è un liceo musicale, hanno espresso grande interesse per l’opera lirica e come tenore ne sono orgoglioso: è l’opera d’arte totale", spiega Giacomo Marino, 32enne docente di potenziamento musicale (canta anche nel coro dell’Accademia della Scala). Nel pubblico non sono mancati i suoi studenti come Francesca Orsi, 18 anni, all’ultimo anno dello scientifico: "Essendo un’opera russa che non conoscevo pensavo che sarebbe stato difficile seguire lo svolgimento della vicenda, invece la tragedia personale di Boris Godunov mi ha trascinato subito. Bene la Scala ha fatto a non cancellarla dal cartellone nonostante le polemiche delle scorse settimane. Boicottare la cultura è sempre sbagliato e quella russa, straordinaria anche per il teatro e la letteratura, è un patrimonio di tutta l’umanità".

"L’arte è arte, indipendentemente da dove arriva. La richiesta fatta dal console ucraino Andrii Kartysh di non aprire la stagione col Boris perché favorirebbe la propaganda di Vladimir Putin non aveva fondamento", la posizione di Flavia Mazzucchelli che al Virgilio è venuta coi suoi figli Luca, Elisa ed Elma, rispettivamente di 16, 14 e 12 anni: "La Prima l’abbiamo sempre vista in televisione, ogni tanto li porto alla Scala. Il capolavoro di Musorgskij è emozionante, Riccardo Chailly una solida certezza" afferma. "Storia intricata ma affascinante. Io ho apprezzato soprattutto le grandi scene corali, la loro forza espressiva" dice la figlia Elisa, giovanissima - al primo anno di Scienze Umane al Virgilio - ma dal giudizio solido. Parole di elogio dal professor Marino per il protagonista, il celebre basso russo Ildar Abdrazakov, "per lo straordinario lavoro vocale e la bravura a comunicare allo spettatore la psiche labirintica dello zar fratricida, l’evoluzione della sua ossessione che lo spinge sull’orlo della follia".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro