Il Ceo si prende troppo sul serio preferivo l’Ad

Claudio

Negri

Ceo. Sapete tutti chi è un Ceo, più o meno. Sta per Chief Executive Officer. Un pezzo grosso, tra i più grossi. Una volta lo chiamavamo amministratore delegato e ci era molto più simpatico. Sappiamo che l’ammistratore delegato fa un sacco di cose da grande capo, cioè orienta e stabilisce – tra le altre e alte incombenze – le strategie aziendali, imposta il budget e compagnia bella. Che l’amministratore delegato gestisca anche la compagnia bella, oltre al consiglio d’amministrazione, è una nostra licenza poetica: pur costando poco non siamo giornalisti economici, nè mettiamo ogni giorno il dito nel Nasdaq con le borse sotto gli occhi. Lui, l’amministratore delegato – abbreviato in Ad – è capace anche di farsi una risata disinnescata, cioè autentica. Il Ceo chissà. Può darsi che noi si sia un po’ prevenuti, perché Ceo e Ad sono la stessa cosa. Entrambi appartengono a quella categoria eletta, in quell’empireo aziendale allucinato da Paolo Villaggio, che ai tempi d’oro dei biglietti a visita e delle targhe sulle porte, si fregiavano di svariati titoli abbreviati: Comm. Dott. Prof. Lup. Mann. Gran. Fil. Putt. Però l’Ad continua a esserci più simpatico. Ci torna alla memoria, come archetipo degli amministratori delegati, l’Adriano Galliani dell’era rossonera, quando portava in cascina al Milan di Berlusconi le migliori fette del calcio planetario. Trattative in bei siti della Galassia, resort e ristoranti quasi inaccessibili ai più, sfondi cromatici di spiagge e di sirene alla fonda. Esclusivo sì, ma mai escludente. Sempre alla mano, con la nuca glabra - socievole anche a tergo - nel piegarsi di lato, scricchiolado beneaugurante: “E buon lavoro!”. E il Ceo? Soffrirà di artrosi cervicale? Per colpa del suo acronimo dà l’idea di prendersi troppo sul serio. E quando scribi solerti lo chiamano a voce alta, pronunciandolo marcatamente “Sio”? Insopportabile. Eppure il Ceo farà egualmente bene il suo mestiere. Come quel dirigente al sommo di una piccola azienda di pulizie: “Al mattino – raccontava - tengo il consiglio di amministrazione e alla sera, prima di chiudere gli uffici, passo la cera ai pavimenti”.

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