MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Gli immobili “dimenticati“: "Che spreco, serve un piano per realizzare 1.800 case"

Municipio 5, Carapellese e Ugliano lanciano un appello all’assessore comunale Tancredi: "Dall’ex Bocconi alla Cederna, bisogna incentivare i progetti di recupero da parte dei privati".

Gli immobili “dimenticati“: "Che spreco, serve un piano per realizzare 1.800 case"

Gli immobili “dimenticati“: "Che spreco, serve un piano per realizzare 1.800 case"

L’elenco è lungo e riguarda solo il Municipio 5. Palazzi vuoti, sfitti, dismessi, in alcuni casi da decenni. Scheletri di costruzioni mai completate che attendono di essere finite o abbattute o recuperate. Il presidente del Municipio 5 Natale Carapellese e presidente dell’associazione Ambiente ed Energia Aldo Ugliano, ex presidente del Municipio 5 ed ex consigliere comunale del Pd, ci conducono in un giro tra gli immobili dimenticati del Municipio 5, una trentina di indirizzi di palazzi e terreni in stato di abbandono. Carapellese e Ugliano affermano che "le stime di alcuni tecnici a cui ci siamo rivolti sostengono che da questi immobili si potrebbero ricavare 1.800 case, solo nel Municipio 5, in particolare nella periferia sud di Milano. Un numero significativo, considerando il tema del caro alloggi e il problema di trovare una sistemazione per lavoratori e studenti che vogliono vivere a Milano".

Il nostro viaggio parte dall’ex residence Bocconi in via Fratelli Fraschini, quartiere Le Terrazze. Proprietà privata: Lolalio srl. Un grande spiazzo centrale in stile mini-anfiteatro e tutto intorno la costruzione che ci gira intorno. Neanche un’anima in giro, dentro la recinzione. L’Università Bocconi ha mollato l’immobile quando ha sviluppato il suo Campus e le sue nuove strutture vicine all’ateneo. Ci spostiamo di qualche centinaio di metri lungo via dei Missaglia ed entriamo nel complesso di uffici dove c’è la sede dell’Agenzia delle Entrate. Una serie di palazzi in vetro sono vuoti.

Ma c’è di peggio. In via Gratosoglio c’è l’enorme sede dell’ex cotonificio Cederna. Qui, una volta, c’erano la fabbrica e gli alloggi degli operai. Ora è tutto abbandonato. Le finestre del primo piano sono state murate. Sì, perché le occupazioni abusive si moltiplicavano e lo scorso maggio erano state scagliate tre bottiglie molotov contro il palazzo. A giugno è arrivato lo sgombero degli abusivi e la messa in sicurezza dell’immobile. Ma di progetti di recupero non ce ne sono, per ora.

La tappa successiva è davanti ai palazzi ex Enpam in via Lampedusa, poco distanti dal Quark Hotel. Centinaia di tapparelle abbassate, balconcini uno di fianco all’altro. Ma non c’è nessuno. Sono disabitati. Né uffici, né case. La nuova tappa è poco distante dal capolinea del tram 24, che arriva dal centro di Milano, passa dal Vigentino e arriva vicino a via Ripamonti. Siamo nelle vie Amidani, Ramusio, Paterchio e Muzio Attendolo Sforza. Qui fanno cattiva mostra di sé gli scheletri in cemento armato di quelli che sarebbero dovuti diventare uffici. Migliaia di metri quadrati di costruzioni mai completate. La proprietà è di Redo, che ha già un progetto di recupero. Ma i tempi non saranno brevi, visto il conflitto ancora in corso tra Procura e Comune sulle procedure per autorizzare gli interventi edilizi. Un bel problema, di questi tempi, avviare progetti urbanistici.

A questo punto del viaggio tra gli immobili dimenticati, Carapellese e Ugliano lanciano un appello all’assessore comunale alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Il presidente del Municipio 5 sottolinea che "in vista della revisione del Piano di governo del territorio, il cui iter partirà a marzo, bisogna mettere a fuoco la mappa degli immobili vuoti. Migliaia di metri quadrati edificati non utilizzati che hanno già consumato il suolo milanesi negli anni scorsi e che potrebbero essere riqualificati, prima di costruire nuovi edifici o a pensare a soluzioni diverse. Bisogna incentivare queste riconversioni e riqualificazioni si può creare il mix necessario, ad esempio nell’ex Cederna a Gratosoglio, un quartiere fatto quasi esclusivamente da edilizia residenziale pubblica".

Ugliano, intanto, spiega: "Esiste un patrimonio immobiliare inutilizzato che confligge in modo clamoroso con il costo degli affitti a Milano e con il problema della carenza di alloggi. Quegli immobili ora dismessi e vuoti potrebbero trasformarsi in migliaia di appartamenti per lavoratori e studenti, evitando quel consumo di suolo che preoccupa il mondo ambientalista milanese".