Francesco morto a 12 anni in ospedale a Vizzolo. I consulenti: "Poteva essere salvato"

Era morto a 60 ore dall'ingresso in ospedale, apparentemente per un blocco intestinale: "Se fosse stato sottoposto tempestivamente a un intervento chirurgico le sue probabilità di sopravvivere sarebbero state del 90-97%"

 Francesco Palominino Conga Roggello

Francesco Palominino Conga Roggello

Vizzolo Predabissi (Milano), 23 settembre 2022 - Poteva essere salvato, se fosse stata eseguita una diagnosi appropriata, Francesco, 12 anni, morto il 30 dicembre 2019 all'ospedale di Vizzolo Predabissi nel Milanese, a 60 ore dal suo ingresso apparentemente per un blocco intestinale. Lo scrivono i consulenti del giudice di Lodi a cui i genitori, assistiti dall'avvocato Giuseppe Badolato, sono ricorsi in sede civile contro l'Asst di Melegnano e della Martesana, mentre un medico è a processo in sede penale.

Anzi, per i consulenti, se il ragazzo fosse stato sottoposto tempestivamente a un intervento chirurgico le sue probabilità di sopravvivere sarebbero state del "90-97%". "Dall'esame della documentazione sanitaria - scrivono gli esperti - si ritiene che sussista un nesso causale tra condotte omissive dei sanitari e il decesso del giovane paziente". "Le probabilità di sopravvivenza sono maggiori nei pazienti giovani e senza co-morbilità, soprattutto se la diagnosi viene posta precocemente e l'intervento viene eseguito tempestivamente evitando che l'intestino vada incontro a necrosi (si ricorda che nel caso del giovane, in sede di laparotomia, venne rinvenuta una massiva necrosi tale da rendere necessaria una ampia resezione intestinale di circa 3 metri)", spiegano i consulenti.

"L'evolversi della patologia del paziente - è scritto nella relazione - proprio sotto gli occhi dei sanitari che lo ebbero in cura, le sue condizioni oramai disperate, l'insorgere di uno shock settico e dei numerosi episodi di arresto cardiocircolatorio, avrebbero potuto, aldilà di ogni ragionevole dubbio, essere scongiurati con tempestivi accertamenti diagnostici e, di conseguenza, altrettanto tempestivi interventi chirurgici". 

Francesco era "un paziente giovane e non affetto da patologie, se fosse stato eseguito un iter diagnostico corretto, che avrebbe condotto i sanitari ad eseguire l'intervento chirurgico in tempi adeguati (sarebbe stato sufficiente ancora nel pomeriggio o nella sera del 28 dicembre 2019), quando le condizioni generali del paziente erano ancora stabili e il processo infiammatorio/necrotico era sicuramente ancora limitato, le probabilità di sopravvivenza sarebbero state certamente molto più elevate (percentuale indicata fra il 90% ed il 97%)".

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