Milano, lo spiderman dei grattacieli che scatta foto alla città

Tecnico della fune, lavora a 200 metri da terra. "Ma non sono un lavavetri...". Dall’alto ha una prospettiva unica: così è diventato una star di Instagram

Lo spiderman dei grattacieli

Lo spiderman dei grattacieli

Milano, 28 dicembre 2019 - «Lavorando a 200 metri d’altezza ho imparato che il tempo è l’unica cosa che abbiamo e che l’importante nella vita è condividere, sempre. Per questo, attaccato su due corde fra i grattacieli di Milano, fotografo la città da una prospettiva unica". Dimitar Harizanov, di Sofia (Bulgaria), 34 anni, da sei in Italia, da tecnico su fune è diventato “Spiderman di Milano”. Ha esposto le sue foto a Milano, Parigi, all’ambasciata italiana a New York, pubblicato su riviste e collaborato con Stefano Boeri. È stato su tutti i grattacieli più alti e ‘instagrammabili’ di Milano (@mitaka_neverdead): torre Unicredit 231 metri, torre Allianz 209, Solaria 143, Diamante 140, Bosco verticale 110. Al telefono risponde mentre lavora sul tetto di un palazzo di dieci piani.

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Come si diventa tecnico di accesso industriale con fune? "Ci sono due certificati al mondo. L’Irata (International rope access trade association) è più diffuso in Europa, si ottiene dopo un corso su tre livelli, ogni mille ore di lavoro in un anno. Va ripetuto ogni tre anni o in caso di inattività per sei mesi. Lavoriamo su grattacieli, ponti, piattaforme petrolifere, fabbriche e in montagna. Facciamo 25 tipi diversi di salvataggio".

Tanto rischio solo per lavare dei vetri? "Non siamo lavavetri. Come team dell’azienda Rigger facciamo saldature e manutenzione, calcare e polvere rovinano le strutture. Aiutiamo a sostituire i finestroni di 800-mille chili. Ognuno ha un ruolo, anche per aiutare un compagno in difficoltà. Se resti appeso a una corda hai 15 minuti prima che la circolazione del sangue si fermi".

Come ha iniziato? "A 19 anni, mi coinvolse Tsvetomir Vasilev, mio amico sin dalla scuola. Un’azienda cercava operai su corde in Bulgaria ed ebbi come capo Ylian Kinov, noto alpinista. Una fortuna, ci ha insegnato il mestiere e lavoriamo ancora tutti insieme".

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Quando vi siete trasferiti in Italia? "Sono a Milano dal 2015, dopo nove anni in Bulgaria e una parentesi a Lipsia. Qui la linea dello smog è sempre fra gli 80 e i 100 metri d’altezza, sui palazzi resta il segno. D’estate porto con me la crema solare, ci sono 50 gradi tra i riflessi di piazza Gae Aulenti. Il palazzo più bello? La torre Hadid. Il Diamante il più difficile".

Quale fotocamera usi? "Una Sony Alpha mirrorless per ottimizzare dimensione e peso. All’inizio usavo una reflex con tre obiettivi diversi che sostituivo in aria. Niente paura però, ogni oggetto che porto è legato a filo doppio".

Com’è Milano dall’alto? "Ferma nel tempo e colorata. Tre anni fa ho deciso di condividere punti di vista, angolazioni e panorami inediti sulla città che nemmeno un drone può scattare. Ora sono il primo al mondo con oltre 500 fotografie di Milano scattate su fune (www.spidermandimilano.com)".  

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