Vi racconto il grande Elio Fiorucci: un viaggiatore visionario capace di darci la libertà

L'intervista a Oliviero Toscani, amico di Fiorucci per 50 anni, insieme hanno creato alcune delle campagne pubblicitarie più iconiche e dirompenti di Anna Giorgi

Elio Fiorucci insieme a Oliviero Toscani

Elio Fiorucci insieme a Oliviero Toscani

Milano, 22 luglio 2015 - «No, non chiamatelo stilista, Elio Fiorucci era un sociologo, era uno psicologo della moda, un viaggiatore visionario che ha insegnato alla società a nutrirsi di bellezza. Con le sue creazioni ha scritto un trattato sul costume, ha inventato il Made in Italy e con lui sono nati i Fioruccini, una categoria sociale trasversale allo status e alla politica». Il fotografo Oliviero Toscani è stato amico di Fiorucci per 50 anni, insieme hanno creato alcune delle campagne pubblicitarie più iconiche e dirompenti. 

Ricorda il vostro primo incontro? «Avvenne alla redazione di Vogue, era la fine degli anni Sessanta. Elio venne a proporre la “sua” moda. Accessori in plastica colorata e romantiche piume, un abbinamento strampalato per l’epoca, jeans stracciati e succinti a vita alta, che sottolineavano le forme e rendevano la donna più libera, più sexy. Qualche giornalista intelligente capì che lui poteva fare una rivoluzione nel campo della moda e io cominciai a fotografare tutto, accessori, abiti, colori, dettagli. Mi interessavano più dell’alta moda, ferma, imbastita. Diventammo amici sul lavoro e nella vita».

Qual era il suo ideale di donna o di modella? «La donna non modella. Elio amava tantissimo le donne, le voleva graziose, carine, tenere, femminili, dolci. Con lui ogni donna aveva una sua bellezza. Riusciva a fare uscire in tutte la personalità sexy. Ogni ragazza anche con qualche difetto, o un po’ rotonda, diventava carina, diventava una pin up».

Insieme avete realizzato immagini da collezione, che sono entrate nella storia delle pubblicità... «Proprio perché non erano pubblicità. Elio non ha mai fatto una pagina pubblicitaria a pagamento. Erano immagini che veicolavano messaggi, manifesti sullo stile di vita. Poster che andavano a ruba. Anche questa fu un’idea rivoluzionaria, dirompente». 

Qual è stato il segreto del lungo successo di Fiorucci, un successo durato così tanti anni? «Voleva bene alla gente, aveva smania di allegria e di bellezza. Faceva stare bene. Poi... gli è toccato fare l’imprenditore».

In che senso lo dice? «Elio era un creativo, fantasia al potere, aveva il fiuto delle tendenze e dei cambiamenti sociali, era molto rigoroso, ma molto poco uomo d’affari».

Lei dice che è stato lui il primo a inventare il Made in Italy. «Negli anni Settanta era Fiorucci ad essere conosciuto in tutto il mondo, New York, Londra, Parigi. Ancora non c’era Armani, c’era solo Valentino per signore ricche e borghesi. È così che nacquero gli anticonformisti Fioruccini. Il suo negozio in Galleria era il paese della meraviglie». 

anna.giorgi@ilgiorno.net

 

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