Fiera del bebè nella bufera: "Il sindaco la blocchi"

Appelli dal centrodestra e dal mondo cattolico: scatta l’esposto in Procura. Nel mirino la pratica dell’utero in affitto, mai citata dagli organizzatori

Un neonato

Un neonato

di Andrea Gianni

"Sulla vicenda occorre fare subito chiarezza: se il reale scopo della fiera fosse quello di promuovere la maternità surrogata, vietata dalla legge italiana, il sindaco Sala dovrebbe annullare immediatamente questo evento". L’appello arriva da Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia al Pirellone, dopo che è stata fissato per il 21 e il 22 maggio a Milano l’evento “Un sogno chiamato bebè“. Gli organizzatori, senza mai citare la pratica dell’utero in affitto, promettono un "vero luogo di scambio e condivisione", dove "incontrare personalmente, in un ambiente discreto e sicuro, i principali attori globali della fertilità". L’evento, che per la prima volta viene organizzato in Italia dopo tappe in varie città europee, era già finito sotto i riflettori lo scorso settembre, dopo che il quotidiano della Cei, Avvenire, aveva sollevato il caso. Nel mirino la pratica dell’utero in affitto, che in Italia non è consentita, pubblicizzata durante la manifestazione parigina che contava tra i partner colossi internazionali della riproduzione assistita. Ora le forze politiche di centrodestra chiedono chiarezza. "Ci piacerebbe sapere – afferma il capogruppo di Fi in consiglio comunale Alessandro De Chirico – che fine hanno fatto le ‘anime belle’ della sinistra, paladine dei diritti civili solo quando si parla di mettere ‘assessore’ o ‘assessora’ su una targhetta che invece tacciono quando si parla di maternità surrogata, evidentemente per non scomodare una parte del loro elettorato". Sulla stessa linea anche Massimiliano Salini, commissario regionale di Fi, che chiede a Sala di "fare scrupolose verifiche".

Dal fronte leghista vanno all’attacco il commissario provinciale milanese Stefano Bolognini e la consigliera comunale Deborah Giovanati. "Chiediamo al sindaco Sala – sottolineano – di impegnarsi per impedire questa manifestazione contraria al nostro ordinamento. La vita non si vende e non si compra". Intanto la onlus Pro Vita & Famiglia ha annunciato un esposto alla Procura di Milano, sostenuto dalla consigliera regionale di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali, perché "la legge 402004 vieta e sanziona qualsiasi forma di pubblicizzazione della maternità surrogata". Tema che potrebbe approdare in Consiglio comunale anche attraverso un’interrogazione urgente, mentre si registra anche l’intervento contro la kermesse di Francesco Migliarese, segretario del Centro aiuto alla vita Mangiagalli. "Dietro a questa fiera ci sono enormi interessi economici, grandi aziende senza scrupoli morali – spiega –. Non si può accettare che la vita umana sia trattata come un mero prodotto della tecnica".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro