Furto e riciclaggio di farmaci, blitz a Milano e Brescia: 11 arresti. Truffa da 5 milioni

I Nas fanno scattare le manette anche per dirigenti e magazzinieri di case farmaceutiche. L'indagine partita dal caso della farmacia Caiazzo

I Nas

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Milano, 24 gennaio 2019 -  I Carabinieri del Comando dei Nas di Milano hanno notificato oggi, dopo un'indagine ancora in corso iniziata nell'ottobre 2017, 11 provvedimenti di arresto nei confronti di altrettante persone, tutte incensurate, nelle province di Milano, Brescia, Bologna, Napoli, Piacenza, Reggio Emilia, Roma, Taranto e Novara, coinvolte in due distinte organizzazioni criminali dedite al riciclaggio di farmaci. Sono state effettuate inoltre 30 perquisizioni e il sequestro di una societa' che gestisce il deposito di farmaci e una farmacia. Delle 11 persone arrestate, 5 sono detenute in carcere e 6 ai domiciliari. La prima organizzazione, che operava a Milano e hinterland e in Emilia Romagna si occupava del furto e del riciclaggio di farmaci a una casa farmaceutica italiana: a essere arrestati sono stati una dirigente della casa farmaceutica un magazziniere che sottraeva i farmaci nascondendoli in una zona diversa del magazzino simulandone in seguito il furto.

Un imprenditore del bresciano si occupava poi di fare ritirare i farmaci che venivano dotati di un documento di accompagnamento che ne giustificava il trasporto e di una falsa documentazione che coprisse la provenienza furtiva. In seguito, attraverso distributori del bresciano, venivano distribuiti a farmacie della Lombardia e dell'Emilia. Il tutto fruttava all'organizzazione un guadagno di centinaia di migliaia di euro all'anno.

La seconda organizzazione era da anni radicata in Campania ed era gestita da due soggetti, padre e figlio, il primo di 57 anni il secondo di 31, entrambi farmacisti, che avevano un deposito farmaceutico e due farmacie nel napoletano, una a Napoli e una a Ercolano, e un deposito e due farmacie a Firenze. I due acquistavano farmaci di ogni genere, antitumorali o antinfiammatori destinati alle aziende ospedaliere da soggetti compiacenti, ai quali toglievano le fustelle che indicavano che si trattava di medicinali destinati a strutture pubbliche e applicavano fustelle false che indicavano la destinazione della vendita al pubblico.

"Considerando che l'Agenzia del farmaco da' la possibilita' di acquistare farmaci per ospedali anche con l'80 per cento di riduzione del costo - ha spiegato nel corso della conferenza stampa il maggiore Salvatore Pignatelli del Comando dei Nas di Milano - questa organizzazione realizzava guadagni che arrivavano fino al 50 per cento sul prezzo originale per un giro di affari che si attestava intono ai 5 milioni di euro l'anno".

I farmaci venivano poi corredati della documentazione di accompagnamento e, attraverso un distributore di Milano, venivano smistati in otto province sul territorio nazionale. "I bollini applicati sulle fustelle erano realizzati talmente bene - ha proseguito il maggiore Pignatelli - che non c'era modo di accorgersi della falsificazione: perfino alcune case farmaceutiche, interpellate nel corso delle indagini, hanno ritenuto valide le fustelle. Abbiamo dovuto far fare una perizia all'Istituto politecnico della Zecca dello Stato per accertarne la contraffazione". A Napoli e' stata trovata anche la stamperia con le fustelle falsificate e la carta che veniva usata.

Di questa organizzazione, oltre ai due soggetti ai vertici, sono stati arrestati anche alcuni dipendenti delle case farmaceutiche che si occupavano del rastrellamento dei farmaci e dipendenti del distributore di Milano che si occupavano di consegnare materialmente i medicinali. L'indagine, e' partita nell'ottobre di due anni fa da un soggetto coinvolto nelle indagini sulla farmacia "Caiazzo" di Milano, di cui si sono scoperti legami con la 'ndrangheta calabrese e che, nel settembre scorso era stata chiusa proprio dai Nas che avevano scoperto un traffico illegale di farmaci verso l'estero. In seguito la farmacia e' stata riaperta e gestita da un'amministratrice giudiziaria nominata dal tribunale. L'uomo, un imprenditore bresciano, aveva contatti sia con la prima organizzazione, sia con la seconda

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