I Brevetti per superare lo sgarbo sull’Ema

Dall'Agenzia Europea del Farmaco al Tribunale Europeo dei Brevetti. Potrebbe essere questa la parabola di Milano in Europa

Il sindaco Giuseppe Sala ha promesso anche un ricorso alla Corte dei conti Ue

Il sindaco Giuseppe Sala ha promesso anche un ricorso alla Corte dei conti Ue

Milano, 28 febbraio 2018 - Dall'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) al Tribunale Europeo dei Brevetti. Potrebbe essere questa la parabola di Milano in Europa. In Comune così come in Regione e a Palazzo Chigi sussiste infatti la convinzione che il pessimo esito della partita per la sede dell’Agenzia del Farmaco (Ema) possa e debba lasciare in dote al capoluogo lombardo un credito da riscuotere in un secondo ma non lontano momento, quando altre agenzie ed istituzioni comunitarie attualmente ospitate in Gran Bretagna dovranno traslocare altrove, proprio come l’Ema, per effetto dell’uscita della stessa Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il credito da spendere è quello che Milano ha via via accumulato in queste ultime settimane per effetto degli imbarazzi nei quali si dibatte Amsterdam.

Storia nota: la capitale olandese aveva promesso che la sede definitiva dell’Ema, il Vivaldi Building, sarebbe stata pronta per il 30 marzo del 2019 e aveva messo a disposizione altre due sedi per dare temporaneamente un tetto ai dipendenti dell’Agenzia. Da fine gennaio ad oggi è gradualmente emerso che il Vivaldi Building non sarà pronto entro la data pattuita e che nel frattempo Ema sarà provvisoriamente ospitata in una sede che non coincide con le due indicate dal Governo olandense nel dossier col quale Amsterdam si è candidata. Da qui l’ira e i ricorsi firmati dal Governo e dal Comune con il sostegno della Regione. Da qui anche il bonus che Milano sta maturando tra vie legali e lavoro di diplomazia. Che sussista lo scenario di una compensazione è fatto che viene scandito da ambienti vicini al sindaco Giuseppe Sala.

Eloquente, in questo senso, anzi del tutto esplicito, quanto dichiarato, stavolta pubblicamente, da Giorgio Gori, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione: «La situazione non mi sembra buona, non so quante probabilità ci siano di ottenere la riapertura del dossier. Certamente, stiamo maturando un credito. È una questione anche politica: all’Italia sono state usate delle scortesie e, siccome, l’Ema non è l’unica istituzione Europea che deve trovare una collocazione geografica dopo la Brexit, Milano e l’Italia stanno maturando un credito nei confronti dell’Unione». E tra le istituzioni comunitarie che devono trovar casa si accenna, in particolare, al Tribunale Europeo dei Brevetti, che ha una sede a Londra.

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