Elezioni 2022, come hanno votato i giovani milanesi. Le scelte e i racconti

Nella fascia 18-24 anni l’astensionismo è al 37%. Il 22% ha scelto Fratelli d’Italia, il 10% Calenda, con percentuale più alta rispetto alla media

I giovani intervistati

I giovani intervistati

Milano, 28 settembre 2022 - Il 37% dei giovani tra i 18 e i 34 anni non è andato alle urne domenica 25 settembre. Vuol dire più di uno su tre. È il dato che dato emerge dal “Radar speciale elezioni“ a cura di Swg. Come leggerlo? Forse indica disillusione verso la politica. O magari disinteresse. Sta di fatto che questa fetta dell’elettorato più giovane non ha trovato nessuno che la rappresentasse. E che non sono serviti neppure i video dei politici su TikTok e le incursioni sui vari social per conquistarla. Ma anche tra coloro che alle urne ci sono andati «per senso civico», come dicono ragazzi e giovani adulti interpellati dal Giorno, c’è chi ha lasciato in bianco le schede oppure le ha scarabocchiate per protesta. Ma chi ha votato, come si è espresso? Sempre secondo le elaborazioni Swg, Fratelli d’Italia ha raccolto il 22% delle preferenze in questa fascia di età ma con un calo del 4% rispetto ai dati a livello nazionale, mentre il partito di Calenda Azione-Italia Viva, scelto dal 10% degli elettori tra 18 e 24 anni, conquista il +2% nel panorama complessivo. Il 19% ha scelto Pd, il 15% il Movimento 5 Stelle. La Lega è all’8% e Forza Italia al 5%. Tutti gli altri partiti messi insieme hanno attirato invece il 21% dell’elettorato giovane. Emerge che le grandi formazioni non attirano più i ragazzi: oltre a Fratelli d’Italia, pure Forza Italia è in calo (del 3% rispetto al resto degli elettori), Lega -1%. Mentre nel gruppo “gli altri”, che contiene i partiti più piccoli, vede un aumento dei consensi del 6% rispetto al dato medio complessivo (21% contro il 15%). Dai dati Ixè emerge che i partiti minori di sinistra, come +Europa e Alleanza Verdi Sinistra ottengono dai giovani molti più voti rispetto alla media nazionale, confermando una tendenza molto diffusa anche in altri Paesi. Pd e M5s risultano stabili, con il 19% e il 15%. L’astensione del 37% è leggermente più alta del dato nazionale. 

Sara, l'aspirante ricercatrice

"Ho votato il meno peggio. Andando al seggio, il mio scopo era evitare che la destra potesse avere la maggioranza assoluta. Insomma, ho scelto partiti che potessero arginare la sua avanzata". Sara Pelargonio ha 24 anni, è laureata in fisica e sogna di diventare ricercatrice. Per chi ha votato? "Per la coalizione di centrosinistra al Senato e, per la Camera, ho dato fiducia al Terzo Polo". Delusione? "Tanta. Io avrei votato più a sinistra ma la sinistra è diventata troppo elitaria. I giovani non hanno un partito di riferimento. Nessuno per esempio ha dato valore alla ricerca e molti di noi vanno all’estero". Pensa che la destra abbia conquistato una fetta dell’elettorato giovane con la proposta di «zero tasse per 3 anni» per under 30 che aprono un’attività? "«Sì. Molti però non si rendono conto che in campagna elettorale abbondano le promesse. Sono realizzabili?".

Luca, il progettista elettronico

"Io sono andato a votare e ho lasciato le schede in bianco. Perché? Nessun partito ha mai fatto nulla veramente e sono stufo delle promesse non mantenute. La politica mi ha deluso». Luca Gisotti, 25 anni, progettista elettronico, ha scelto di non esprimere nessuna preferenza. Ha letto i diversi programmi e non ha trovato niente che la convincesse? "Semplicemente, non credo più che con il voto possa cambiare qualcosa. Allora ho pensato: perché perdere tempo ad analizzare le diverse proposte se tanto non cambierà nulla?" Quindi ha voluto esprimere un voto di protesta... "Sì. Lasciando appunto le schede in bianco. È la prima volta, per me. In passato ho sempre votato per qualcuno". Prima in cosa aveva creduto? «Per esempio nella proposta sulla “flat tax“ sostenuta da Salvini. Ma nella pratica non ci sono stati miglioramenti».

Denis, sviluppatore software

"Ho riflettuto a lungo e non ho trovato neppure un “meno peggio“: nessun partito mi ha convinto, non mi sono sentito rappresentato". Denis Frezzato, trentatreenne, sviluppatore di software, domenica ha tracciato due scarabocchi sulle schede. "Due “X“ giganti sui fogli per farmi annullare il voto". Inizialmente era orientato a votare per qualcuno? "Avevo pensato di dare fiducia a Carlo Calenda ma alla fine non mi ha convinto neppure lui, perché non mi è piaciuto il suo comportamento: prima si è avvicinato al Pd e poi ha fatto dietrofront". Che cosa è mancato nei programmi? "Non ho trovato nulla che mi convincesse sulla riforma delle pensioni, per esempio. Non sappiamo a cosa andremo incontro. Ma neppure per le giovani famiglie ci sono garanzie". È la prima volta che ha espresso il suo voto in questo modo? "Sì. In passato ho sempre votato".

Laura, consulente informatico

Non ha avuto dubbi su dove mettere la «X» Laura Grechi, consulente informatico di 29 anni. "Ho votato Alleanza Verdi e Sinistra, l’unico che rappresenta i valori progressisti in cui credo".  Più di un elettore su 3 fra 18 e 34 anni è rimasto a casa. Che ne pensa?  "Mi dispiace tanto perché se non decidi tu lo farà per te qualcun altro. Capisco che per chi ha un modello politico di riferimento sia più semplice. Fra i ragazzi senza appartenenza invece domina la sfiducia: i politici sono visti come una classe troppo distante e incapace di affrontare i loro problemi. I partiti peraltro sembrano fare di tutto per convincerli in merito".  In che senso?  "Ad esempio lanciando proposte strambe come il ritorno della leva obbligatoria sollecitato da Salvini. Oppure trattandoci da ingenui: i leader pensavano davvero che sarebbe bastato sbarcare su Tik Tok per far andare alle urne in massa i ragazzi? Abbiamo visto siparietti imbarazzanti".

 

* ha collaborato Annamaria Lazzari

 

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro