"Eh gioia mia, io sono Madre Teresa di Calcutta"

Immigrazione clandestina e traffico di farmaci, 8 arresti. La rete di Pulaj, i medici corrotti e l’impiegato ripagato coi biglietti per il Milan

Migration

di Nicola Palma

"Appena me l’ha detto pam pam... mi sono trovato con la persona, è entrato, gliel’ho prenotato pam pam... tu per esempio, tu oggi per esempio avresti fatto... avresti fatto domani privatamente, devi prima prenotare... avresti pagato 100 euro, circa 80 euro, 120 euro, dipende dal posto perché sono diversi...". Così Ndue Pulaj si vantava con un’amica del "sistema" che aveva architettato per ottenere corsie preferenziali in un ospedale milanese e per permettere ai suoi "clienti" di avere accesso a prestazioni sanitarie senza attendere i tempi a cui invece sono costretti a sottostare i comuni mortali. Lo stesso lo faceva con i connazionali che volevano venire in Italia senza averne i requisiti: si procurava per loro prescrizioni che li descrivevano come pazienti gravemente malati, riuscendo così a farli entrare nel nostro Paese per "motivi di salute", anche nel periodo delle restrizioni all’ingresso causa Covid.

Di più: Pulaj e il complice Gential Iljazi (che in un dialogo intercettato si vantava "eh gioia mia, io sono Madre Teresa di Calcutta, cosa vuoi..."), avevano accesso anche a un numero elevatissimo di medicinali (dai farmaci a base di ossicodone a quelli con eparina), che, tramite l’autista di una compagnia di autobus, spedivano nel Paese natale per rivenderli al mercato nero. Ovviamente, tutto questo meccanismo poteva alimentarsi solo con l’aiuto di "insider", personale di ospedali o strutture cliniche disposto a mettersi "a libro paga" dei due albanesi. L’inchiesta degli agenti della Squadra mobile di Bergamo e dei carabinieri del Nas, coordinati dal capo della Dda Alessandra Dolci e dal pm Silvia Bonardi, che ieri all’alba si è chiusa con l’arresto di 8 persone, ne ha individuati diversi: i due medici Domenico Carriero e Domenico Paternicò (finiti in carcere), entrambi all’epoca in forza all’ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio (ora Carriero fa il medico di base a Settala); l’ex impiegato amministrativo dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco Davide Luigi Vergani (ai domiciliari), ai tempi addetto all’ufficio Scelta-revoca del medico e all’iscrizione al servizio sanitario regionale; e il farmacista A.G. (per lui il gip Sara Cipolla ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

Senza dimenticare altri personaggi che, secondo gli inquirenti, avrebbero intrattenuto "rapporti quanto mai opachi" con gli indagati, sebbene "allo stato privi di rilevanza penale": sotto i riflettori sono finiti una funzionara dell’Agenzia delle Entrate, un’infermiera del pronto soccorso dell’ospedale di Cernusco e un impiegato amministrativo del San Raffaele (da via Olgettina fanno sapere di non aver ricevuto alcuna comunicazione e di essere quindi completamente estranei ai fatti). Le indagini, che sono partite nel marzo del 2020 da una denuncia per "irregolarità nella gestione delle pratiche amministrative concernenti l’ingresso in Italia", hanno avuto un’accelerazione decisiva un anno dopo, il 3 febbraio 2021, quando è stata captata una telefonata in cui Pulaj spiegava a una persona quali documenti fossero necessari per far arrivare in Italia un suo parente. Da lì gli accertamenti investigativi sono riusciti a ricostruire passo dopo passo la composizione dell’associazione a delinquere, con ruoli e compiti ben definiti. Il "core business" era quello del cosiddetto "turismo sanitario": decine e decine di albanesi hanno fatto ingresso in Italia per motivi di salute, pur stando benissimo e non avendo bisogno di alcuna cura medica. Decisivo il ruolo di Carriero e Paternicò, che predisponevano la documentazione medica necessaria per superare i controlli alla frontiera. Il tutto, naturalmente, aveva un costo: Pulaj e Iljazi incassavano dai connazionali, fino a 4mila euro per pratica secondo gli investigatori, e a loro volta remuneravano periodicamente i due medici (con dazioni di denaro anche in un bar di Cologno Monzese), che prendevano, stando alle accuse riportate nell’ordinanza di custodia cautelare, 10 euro per ogni ricetta e 50 euro per altri tipi di prestazioni. Già, le ricette, altra fonte di lucro illecita: solo in un pomeriggio, ha accertato un pedinamento dei militari del 4 marzo 2021, Pulaj ha fatto visita a sette farmacie tra Milano e Vimodrone, uscendo ogni volta con bustoni pieni di medicinali; in un’occasione, in corso Buenos Aires, un investigatore è riuscito a mettersi in coda dietro di lui, riuscendo a fotografare la ricetta firmata da Carriero, che riportava il codice 048 (esenzione totale per patologie tumorali) e conteneva la prescrizione di sei confezioni di Clexane, eparina a basso peso molecolare dotata di un’elevata attività antitrombotica.

Non basta. L’associazione era attiva pure "nell’attività di rilascio di codici Stp", vale a dire il tesserino valido per sei mesi e riservato agli "stranieri temporaneamente presenti"; anche in questo caso, manco a dirlo, si doveva pagare per ottenerlo ("Digli 1.500 euro chiedono per Stp o mille vedi tu..."). Vergani, infine, si occupava dal suo ufficio delle iscrizioni al servizio sanitario regionale, in cambio di denaro (anche ricevuto alla sua scrivania, come filmato dai carabinieri) o in un caso dei biglietti per la partita di campionato Milan-Verona in programma a San Siro.

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