Ecco la prima Casa di comunità della Lombardia

Inaugurata ieri in via Rugabella, attività ad ampio spettro: dai medici di base ai vaccini passando per gli ambulatori e i servizi sociali

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di Giambattista Anastasio

È stata inaugurata ieri in via Rugabella la prima Casa di comunità di Milano e della Lombardia. Ne sono previste 24 in città, 65 nell’area metropolitana e 218 in tutta la regione. A prevederne la realizzazione è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato con i fondi comunitari, le cui indicazioni sono state recepite nella riforma sanitaria approvata dal Consiglio regionale. L’obiettivo è quello di ridurre la centralità degli ospedali e riportare la sanità di base sul territorio, garantendo visite, prestazioni e servizi in ogni zona della città attraverso piccole strutture che mettano insieme più professionisti e specialità.

"Nella Casa di comunità di via Rugabella lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 operatori sociosanitari e 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta – fa sapere Letizia Moratti, vicepresidente della Regione e assessore al Welfare prima di procedere al taglio del nastro –. Sarà una Casa aperta 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 e costituirà un punto di riferimento con servizi ampi, alcuni dei quali innovativi, che dimostrano una visione della presa in carico della persona completa che non ha mai caratterizzato servizi più frammentati". Tra le attività previste c’è anche la somministrazione del vaccino contro il Coronavirus, attività che sarà trasferita in via Rugabella da via Statuto. "Questo momento rappresenta una rivoluzione nel campo sanitario e un primo passo per essere più vicini ai bisogni dei cittadini, dare risposte più immediate e alleggerire al contempo gli ospedali" sottolinea Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia. "Prende avvio concreto il programma di potenziamento dell’assistenza territoriale nella città di Milano – dichiara a sua volta Walter Bergamaschi, direttore generale dell’Ats Città Metropolitana di Milano –. È l’inizio di un percorso che proseguirà nelle prossime settimane con la Casa di comunità di Villa Marelli a Milano e la casa e ospedale di Comunità di Sant’Angelo Lodigiano (provincia di Lodi), le prime strutture ad avviare concretamente i servizi per gli assistiti già all’inizio del 2022".

Nel dettaglio, i 5 piani della Casa di comunità di via Rugabella sono suddivisi come segue. Al piano interrato sono ospitate la Radiologia e l’Ecografia internistica, al piano rialzato i punti di contatto con il pubblico, vale a dire il Punto Unico di Accesso, il punto di ritiro dei referti e gli sportelli polifunzionali. Quindi, al primo piano, ecco infermieri di famiglia e di comunità, medici di medicina generale un punto prelievi. Al secondo piano spazio a 20 ambulatori specialistici: infermieristico cardiologia, cardiologia, chirurgia generale, chirurgia vascolare, dermatologia, diabetologia, dietologia, ecocardiografia, ecocolordoppler, Holter, ecografia ostetrico-ginecologica, endocrinologia, geriatria, ginecologia e, ancora, oculistica, ortopedia, otorinolaringoiatria e audiometria, pneumologia, senologia, urologia e uroflussometria. Avanti, al terzo piano, con l’odontoiatria al terzo piano e la promozione di stili di vita sani per la prevenzione di patologie croniche con particolare focus sull’area materno-infantile e le persone con disabilità otre allo sportello psicosociale per minori e adolescenti am anche, come anticipato, all’hub per le vaccinazioni degli adulti e ad uno spazio per le associazioni. Il quarto piano ospiterà aule multimediali, eventi aperti alla comunità. A sottolineare la valenza non solo medica ma anche sociale della Casa di comunità è Lamberto Bertolè, assessore comunale al Welfare: "Comincia la sfida per fare di più e diversamente, nelle prossime settimane tutti saremo impegnati a capire come il modello della Casa di comunità può essere messo a punto in modo da avvicinare davvero le risposte al territorio. La sfida è integrare bisogni sanitari e sociali, portare qui un pezzo dei nostri servizi sociali territoriali in modo che i cittadini possano trovare più risposte in un unico posto".

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