GIULIA BONEZZI
Cronaca

"È un momento di svolta. Il populismo di destra non incanterà gli elettori"

Letizia Moratti, candidata alle Europee per Forza Italia, crede di poter superare il 10% di consensi. Si oppone all'estrema destra, promuove una visione europeista e inclusiva. Priorità: difesa comune, crescita e occupazione. Elettorato: chi cerca concretezza e visione.

"È un momento di svolta. Il populismo di destra non incanterà gli elettori"

"È un momento di svolta. Il populismo di destra non incanterà gli elettori"

Letizia Moratti, candidata alle Europee, come Forza Italia potete superare l’obiettivo del 10%?

"Credo proprio di sì. Sono stata in tutte le 25 province della circoscrizione Nord-Ovest più volte, ho incontrato circa 30 mila persone, ho trovato grande entusiasmo e interesse. In un periodo molto complicato e di smarrimento gli elettori chiedono alla politica sicurezza, pragmatismo, moderazione, protezione. Si torna ai fondamentali e Forza Italia è il partito che mette la persona e la libertà al centro del programma".

Non la preoccupa una possibile avanzata dell’estrema destra in Europa?

"Penso che non ci sarà un eccessivo spostamento di voti verso l’estrema destra, perché non è certo in quelle posizioni e in partiti con simpatie filonaziste e vicini a modelli autocratici come quello russo che l’Europa troverà le soluzioni per affrontare le sfide globali che l’attendono in termini di crescita, trasformazione ecologica e digitale, sicurezza e recupero di competitività. I Paesi da soli non ce la possono fare, l’Europa unita sì. Per questo abbiamo bisogno di più Europa, e non di distruggere la nostra casa comune come vorrebbe l’estrema destra. C’è un bellissimo verso di una canzone di De Gregori: “E poi la gente quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare”. Siamo in un periodo di svolta, si scrive la storia; le persone non si faranno incantare dal populismo di estrema destra".

C’è chi insiste che sia pronto per lei un posto da ministro nel Governo Meloni, lei se eletta andrà a Bruxelles?

"Sì andrò a Bruxelles, con l’impegno di mantenere uno stretto rapporto con i territori del mio collegio. Abbiamo bisogno di un’Europa più vicina ai cittadini, alle famiglie, a imprese, artigiani, agricoltori, partite Iva; in cui i Comuni siano messi nelle condizioni di intercettare i fondi e investirli. Alle europee c’è il voto di preferenza che restituisce al cittadino la possibilità di scegliere e stringere un legame di fiducia col proprio rappresentante".

Le sue priorità nei primi cento giorni?

"La difesa comune è un dossier su cui lavorare da subito, però mettere d’accordo 27 Paesi non sarà facile. Invece il tema della crescita e del recupero della competitività per creare nuova e buona occupazione, della revisione del Green Deal in termini più pragmatici e con un approccio non ideologico possono trovare da subito consenso e convergenze. Il costo della transizione ecologica non può ricadere sui bilanci familiari e sull’occupazione: la direttiva “case green“ costerebbe all’Italia mille miliardi, quella sulle auto 70mila posti di lavoro".

Ha lanciato dei “santini” elettorali particolarmente inclusivi, dotati di Qr Code e braille per ipovedenti. A quale elettorato vuole parlare?

"Penso a molte persone che si sono allontanate da una politica-spettacolo povera di contenuti. Che non vogliono essere intrattenute e non amano la sterile polemica, ma che chiedono ai politici di essere buoni amministratori, di avere visione, di mettersi al servizio dei cittadini per rendere la loro vita migliore. Penso ai giovani che vogliono sapere che cosa può fare per loro l’Europa e che vogliono poter viaggiare, formarsi, fare esperienza in un continente aperto al futuro, e non chiuso sul passato".